Capita: quei giorni che “è lunedì piove ho mal di testa non parte la macchina ho la casa sottosopra devo pagare le bollette pure il caffè mi è uscito una ciofeca”. In quelle occasioni divento insofferente, e il grado di irritabilità è direttamente proporzionale al numero di mie simili che, chissà perché, mi si piantano alla spicciolata nelle orecchie.
Quelle che progettavano il matrimonio da quando, a otto anni, ricevettero la prima barbie sposa, e, dopo essersi sposate, sono un continuo lamento e ripetuti «Senti ammé, non ti sposare mai!».
Quelle che «Con gli uomini ho chiuso!», ma no che non hanno chiuso, lo sanno loro e tutto l’universo; e il sabato partono in cerca, vestite da sorelle sceme di catwoman.
Quelle che mi conoscono da un minuto e due secondi, ma già mi chiamano tesoro.
Quelle che «Sono solare e simpatica», anche se l’unica cosa solare che danno è l’eritema.
Quelle che tirano giù tutti i santi dal calendario se la sarta ha sbagliato l’orlo, ma poi sorridono e dicono che «Noi donne siamo così». Noi donne una fava.
Quelle che dispensano saggezza appena fatti due passi oltre i trent’anni.
Quelle col cervello tenuto insieme con le graffe, che credono nell’unica fede della griffe.
Quelle che spiegandosi dicono «Tu mi hai capita», ma io non ho capito una mazza.
Quelle che raccontano della ricorrente telenovela tra loro e le mestruazioni, tanto che le ho già soprannominate Beautiful, e a me, che da grande non farò la ginecologa, viene sempre la faccia a forma di chissenefrega.
Ecco, se siete una di quelle, cominciate a parlarmi da martedì… magari nel tardo pomeriggio. Perché io odio i lunedì, odio quel giorno lì, come cantava coso. Quanto meno, non aspettatevi interesse, non offendetevi se l’attenzione cala e a un certo punto prendo a giocare col telefonino, o se, dopo cinque minuti, anche i piccioni che fanno la cacca sul balcone diventano più interessanti. Che volete, noi donne siamo così.