Lou Von Salomé

La bambina si dondola sull’altalena e poi cerca di arrampicarsi su un ramo seguendo l’esempio del fratello più grande. Ma le scarpine non reggono la presa e lei cade rovinosamente per terra. Papà – chiede all’amatissimo padre che la soccorre – voglio delle scarpe che mi aiutino a salire sugli alberi. Si racchiude tutto in questo incipit il nocciolo della vita incredibile di Lou Von Salomé, scrittrice e psicologa tedesca di origine russa: raggiungere le vette più alte dell’esistenza facendo affidamento solo su stessa, essere uguale agli uomini e da loro indipendente, acquisire sapienza e cultura e metterla a disposizione degli altri, rinunciare all’amore e alla maternità visti come un ostacolo al pieno sviluppo del sé. Dapprima ragazzina ribelle e avida di sapere che rifiuta l’autorità materna ed ecclesiastica, poi giovane donna in giro per il mondo a perfezionare i suoi studi di filosofia e teologia: Zurigo, Berlino, Vienna, Roma, Nord Italia (una gita sull’incantevole lago di Caldaro – Alto Adige, che chi scrive ben conosce), luoghi in cui incontra l’intellighenzia europea. Da Paul Rée a Friedrich Nietzsche al poeta Rainer Maria Rilke di cui restò amica e sodale, pur respingendo le loro offerte di matrimonio.
La regista tedesca Cordula Kablitz-Post fa, nel suo film, un ritratto molto didascalico della grande pensatrice, forse un po’ privo di pathos ma apprezzabile anche grazie all’interpretazione della splendida Katharina Lorenz, che incarna Lou nell’età giovanile. Non da meno è Nicole Heesters, l’attrice che la impersona ormai vecchia e malata. I protagonisti maschili appaiono invece sbiaditi come le immagini color seppia che fermano il tempo nei ricordi di Lou.
Von Salomé ha rischiato l’oblio storico, appannata com’era dai grandi che ha invece influenzato (da Nietzsche che scrisse il suo “Così parlò Zarathustra” dopo la delusione d’amore a Sigmund Freud che la ospitò sul suo lettino), ma anche grazie al germanista Ernst Pfeiffer che nel ’33 raccolse le sue memorie, al film di Liliana Cavani (Al di là del bene e del male) e a quello della Kablitz-Post, possiamo ricordarla oggi come un’autentica pioniera del femminismo e dell’autodeterminazione della donna.

LOU VON SALOMÉ di Cordula Kablitz-Post – Germania/Austria 2016

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