GENTE DI CITTÀ

Vivo nella città
che al mattino si sveglia
nel grigio e nel piombo
stropicciata e dolente.

Solitamente
il lavoro riprende
dopo un caffè
nero, forte e bollente.

Impiegati, operai
campionario di umani
sono tutti oltremodo
occupati.

Sulle panchine, seduti nei bar
ci sono anche gli sfaccendati
in attesa di giorni migliori.

Fa poi spavento quel che si vede
tra cartoni e rifiuti:
i sogni e i naufragi
di quelli perduti.

Vite sommerse
senza dimora.

Pensionati, bambini
mamme e tate
cani grossi e piccini
sono poco più in là,
nei giardini.

Una favola
fuori le mura.

Ma, strano a dirsi
qualcosa succede,
c’è chi sorride
chi accenna un saluto.

Una bella sorpresa,
un conforto cordiale.

La primavera
in mezzo al cemento.

Tutto cambia in un solo momento.

Improvvisa la bella stagione
di nuovo ci appare,
nebbia e tristezze
i sorrisi
fanno scappare.

La città è viva
finalmente!

Un aquilone dipinto
passando nel cielo
dissolve il grigiore
rallegra ogni cuore,
ci ricorda
in un mondo malato
la vita che a lungo
tanto a lungo e a colori
noi tutti avevamo sognato.

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