Noi non lo vedremo, l’impatto. Noi, no. Noi dividiamo ancora, pazienti come la tartaruga di Achille, come la freccia che non vuole infilare il bersaglio, noi dividiamo ancora l’ultimo segmento prima dell’impatto. Ancora l’ultimo, e metà dell’ultimo, e metà ancora, dell’ultimo. Noi, non lo vedremo l’impatto. Noi la lasciamo prima, lei, molto prima, risaliamo al davanzale ancora caldo della sua mano, rifacciamo il tragitto ancora pieno del suo grido. Ci issiamo su, per la finestra spalancata, nella stanza vuota, ovunque tracce della tragedia, chiazze di vomito, il gas è aperto e sibila, aperta è la porta d’ingresso e sbatte. Lì c’infiliamo, l’uomo è già per le scale, lo raggiungiamo, lì, dove lui è e non è, ogni scalino ogni scalino inventariando – intento – intento a dividere a moltiplicare, paziente, scrupoloso, intento, enormi somme di spazio. Ora, noi, lo fermiamo. Per sempre.
Lui: “Non importa. Purché io, arrivato in tempo, abbia steso le braccia, l’abbia accolta tutta in me – una volta – sia caduto con lei sul selciato sia ritornato lentamente in casa tenendola tra le braccia, sgridandola, perdonandola io per il male fattomi, lei perdonandomi, io l’abbia convinta a non gettarsi più, a non essersi mai gettata”
Magari si potesse fare la moviola dei momenti sbagliati e tornare indietro e cambiare parole e gesti
Il sogno di lui. L’ho immaginato nel mio cuore. Volevo bene a tutti loro 3
Se solo si potesse tornare indietro col pensiero ❣️non rifaremmo più tante cose sbagliate fatte in un momento di disperazione , vuoto , sgomento 😭😭
Solo “dopo” ci rendiamo conto,disperatamente, di aver fatto e detto o non fatto e detto quanto fosse
giusto e opportuno fare e dire. Se questa rivelazione avviene improvvisamente, di notte, lo strazio è totale.
Concordo al 100 x 100 😱😫