L’anno scorso di questo periodo (e non so se sia un caso, viste le recenti abbuffate) mi capitò tra le mani la notizia che la UE approvava l’utilizzo e la vendita dei new foods, nuovi alimenti. Oh, voi che state attenti a ciò che mangiate, acquistate e ingurgitate, che fate campagne contro l’olio di palma o il glifosato; udite udite, esultate jubilate. Ci capiterà da ora in poi di imbatterci nei nuovi alimenti che la legislatura europea ha approvato. Farine di vermi o di grilli e altri insetti (interi o in parti), funghi e alghe, tessuti cellulari anche geneticamente modificati, creature marine unicellulari (va’ a sapere come si chiamano), erbe legni e fiori eduli, cibi ottenuti dalle nanotecnologie eccetera. Manca solo il replicatore come sull’astronave Enterprise di Star Trek e siamo a posto. Quest’anno ( e ancora non so se dare colpa al caso oppure l’Universo mi manda dei messaggi) mi è capitato di leggere un articolo che parla di due aziende che si occupano di biotecnologie e stanno mettendo a punto delle farine provenienti da microbi idrogenotrofi, cioè si nutrono di anidride carbonica, ossigeno e azoto e producono proteine. La farina è marrone e ha il romantico nome di “soleina”, contiene l’80% di proteine complete dei nove aminoacidi essenziali ed è ricca di carboidrati. Una volta addizionata con vitamina B12, con l’aggiunta di altri ingredienti si possono produrre alcuni tipi di carne, bibite, pasta e cereali. Insomma ci potremmo nutrire d’aria come gli innamorati, potremmo vivere d’arte e d’amore, potremmo stare leggeri leggeri. Unico sospetto una volta passati a nutrirci di aria, scusate la prosaicità, se dovesse scapparci un peto ci ritroveremo a volare su per il cielo come un palloncino?