CENERI AL VENTO

Ieri ho portato dei fiori al cimitero. Era una bella mattinata fredda e soleggiata, come si conviene a gennaio. Libera da impegni sono saltata in macchina per raggiungere il piccolo cimitero di periferia dove riposa quel poco di famiglia di origine che ho.
Parcheggio e compro i fiori. Rossi e bianchi, e due rami di bacche con foglie verde scuro. Un insieme un po’ patriottico ma ci sta. In famiglia c’erano monarchici e comunisti, così accontento tutti.
Mi avvio con passo deciso verso gli ossari. Ossario, che brutta parola.
Però mi consolo, perchè il sole batte chiaro e luminoso su questi muri di marmo a scacchi. Il sole che mia madre adorava.
Sono là, in alto a destra la bisnonna Celestina Canessa morta nel 1930, a fianco la nonna Andreina Emanuel, sua figlia, morta nel 1951. Anche sul loculo della bisnonna campeggia la scritta “in Emanuel”. Non è proprio così la storia, è più complicata. Emanuel però è il padre di Andreina.
Poi ci sono mia madre e mio padre . Vicini, una scelta automatica, non ponderata. Sono stati insieme per 54 anni, cioè fino alla morte di lei, che lo ha preceduto di 4 anni. Eppure non hanno fatto altro che litigare, sempre, pur senza lasciarsi mai e anzi, rimanendo solidali uno all’altra a modo loro tutta la vita. E ora sono tutti lì, un gruppetto disomogeneo
Sistemo i fiori, salgo sulla scala, la sposto di qui e di là, ammiro il risultato. Mi guardo intorno, poca gente, pace. E’ la prima volta che non mi assale l’emozione ma a questo punto non rimane molto. Non prego, non so cosa aggiungere ai miei gesti. Riguadagno la via dell’uscita un po’ mogia. In effetti rifiuto il pensiero che tutti loro siano chiusi in scatole, finiti così? Provo sollievo a pensare che possano essere nei raggi del sole, nelle nuvole, nella pioggia, nei fiori. Decido che anche io voglio tornare alla terra, intesa come cosmo.
Stamattina ne ho parlato a mia figlia ed espresso il mio desiderio. Ceneri al vento.
“Si mamma – mi dice mia figlia – però vediamo di non fare come il Grande Lebowski!”
Mitica la mia bambina. Ripiombo a terra e abbandono i voli pindarici.
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