Ho un bellissimo giardino condominiale alberato, perennemente disabitato. Non c’è un bambino, manco a cercarlo, in nessuna stagione dell’anno, in nessun orario della giornata, in nessun giorno della settimana. Mai.
Sarà perché ci sono sciami di insetti di origine ignota, giochi inutilizzabili (un’altalena e uno scivolo in ferro degli anni ’70, che in estate diventa rovente), un paio di panchine in pietra e basta…
Qui sono tutte persone un po’ braccine. Di quelle che “buongiorno, buonasera” e poi si menano alle riunioni condominiali. Non c’è verso di deliberare una manutenzione ordinaria, straordinaria, necessaria, indispensabile. Niente. Si ridipingono la sagoma del posto auto da soli. Sono talmente tirchi che hanno cementato il campo da tennis, figuriamoci sostituire i giochi. Mi hanno risposto che “basta dargli un po’ di antiruggine”. Sì, nel cervello.
Comunque, dicevo, nonostante questo grande giardino non c’è mai nessuno.
Bene.
In questi giorni che evidentemente mi servirebbe usarlo, sono saltati fuori bambini e ragazzini da ogni dove.
Abito qui da 15 anni. Ma dove cacchio erano prima, quando mi servivano per giocare coi miei? Dove? Li han partoriti tutti in questi 2 mesi?
Quando mia figlia mi diceva il sabato pomeriggio:
– Mamma scendo e citofono a qualcuno.
– Qualcuno chi?
Dov’erano quando piuttosto che portare mio figlio al parchetto (che detesto, perché ci sono più genitori che bambini e nessuna recinzione) non so cosa avrei dato per trovare qualche amichetto giù in giardino.
Mah!
Si sono messi persino ad usare l’ex campo da tennis come campo da calcio… che se cadono si scorticano.
Così non posso scendere.
Adesso faccio un excel coi turni.
Bambini nascosti spuntati come funghi.
Bambini segreti.
E io sto a casa.