DOMENICA DI QUARANTENA
Mi viene incontro faticosa
sebbene il sole sebbene il cielo
con passo grave questa domenica ultima
prima di quella di Resurrezione
(se risorgere ci sarà dato ad una nuova primavera)
eppure mi è vitale saperti in questa aria blu
non so dove ma non lontano forse accanto batte
il tuo cuore bizzarro, le parole che mi fanno ridere
e le carezze che non se ne sono mai andate
per farmi dormire nella cuccia della loro memoria a
proteggermi da questa sconosciuta paura
in cui tutti stiamo e attendiamo.
Allora oggi mi invento che ti aspetto
per il pranzo domenicale e che tu vieni
ti togli le scarpe e sei solo gioia di papille
leggerezza di pensiero e sorrisi e calore
cucinerò per tutta la mattina questa medicina
che ha per principio attivo bellezza e armonia
e quattro portate di fresco futuro.
Dunque ho messo la lacca rossa alle unghie,
le calze birichine e il vestito nuovo verde scuro
che comprai poco avanti la fine della vita di prima
quella in cui non ti era chiaro che l’Oro fosse Oro
e che averlo trovato era un Tesoro
ma ora forse lo sai mi suggerisce la rosa gialla
regina del bicchiere che oggi lo abita invece del vino
quello lo metto da parte per la vita di dopo
la cui distanza scandisco chiudendo ad uno
ad uno i mille bottoncini che tendono sul corpo
la corteccia del vestito verde scuro
con piccole fessure di gemma.
[Valeria Patera]