Viene con me? Forse… più tardi però, non adesso, non ora.
Ci rivedremo? Chissà…
Signorina, io non ho certezze in questa vita, e su quel che succederà dopo ho forti dubbi, specialmente quando resto da solo, alla sera. Passeggi con me, la prego. Guarderemo le stelle oppure ci accontenteremo del buio.
Il buio non è così cattivo come sembra, è solo una luce contrariata e diversa. Forse soltanto è risentita. Mi assomiglia.
Abbiamo bisogno di luce, anche poca, sapere che esiste la luce, che quel che di lei si racconta e si dice non è un racconto di fiaba, un’allucinazione pietosa. L’effetto meschino di un’intossicazione, di chi resta da solo: la solitudine allora è così grande che non la si può raccontare.
Dunque?
Mi dia la sua mano, la scongiuro. Le mostro il silenzio. Non abbia paura, anche lui mi assomiglia, non è così disperato come può sembrare ad alcuni.
La speranza era un osso duro, non si lasciava conquistare facilmente.
Specialmente dal dubbio, così logoro e stanco, così provato dal tempo e dagli anni.
E per giunta, pure malvestito