I maledetti Tulpa

Oltre l’incubo, l’allucinazione, l’angoscia e il terrore si annidano i Tulpa. Covid gli sta fornendo anime a bizzeffe, e la paralisi economica nuovi disperati. Alimentando il malcontento si sono infiltrati ai massimi livelli del Potere. Kummer e Schicksal stanno brindando: hanno portato al suicidio una tredicenne.
“È stata proprio dura. Il suo cagnetto le dava una forza che avevamo sottovalutato. Sei grande Kummer; farle credere che era morto è stato un colpo di genio.”
“Schicksal, ancora 336 anime e abbiamo finito. Faremo qualche nottata sul Mediterraneo. Con tutti i migranti che lasciano affogare pensa a quanti bambini ruberemo l’anima. Poi ci sono i morti e i suicidi per il Covid. Tra poco ci rifonderemo nell’energia cosmica negativa e potremo pianificare le nuove strategie del Male.”
“Stiamo diventando importanti. Preferiresti dedicarti al potere politico o a quello economico?”
“Dai, lavoriamo. Già 80 anni fa pensavamo d’aver vinto e invece . . . Abbiamo una nuova cliente: Anna, 42 anni, operaia, diplomata, colta. È scontenta della sua esistenza che vede come una prigione e capisce come il sistema gli rubi la vita. È abituata a combattere per ogni cosa. Divorziata, ha due figli: una ragazza e un bambino. Li ama veramente e ciò sarà un grande ostacolo. Si sente tradita da quasi tutti quelli cui ha concesso fiducia. Penso di spingerla al suicidio mettendola in contraddizione: se tradisce i suoi ideali la vita gli sorriderà, altrimenti sarà la miseria. Il nostro asso nella manica è che da oggi non ha più un lavoro e non sa dove sbattere la testa. L’ex marito, con cui ha un buon rapporto, è già stato licenziato mesi fa. Non hanno parenti o amici che possano aiutarli.”
“Perfetto. Cosa facciamo? Un duplice omicidio con suicidio finale?”
“Non cantar vittoria. Sembra facile ma quella donna è un osso duro. Andiamo a conoscerla. Si sta ubriacando in un giardino sotto casa sua. Lavoreremo indisturbati. Con la paura del Covid le strade sono deserte.”

Ideogramma che rappresenta i Tulpa

Anna, ubriaca, piange sommessamente bagnando la mascherina antivirus. Kummer e Schicksal appaiono dal nulla elegantissimi. Anche loro con le mascherine di ordinanza, si siedono distanziati da lei come le regole impongono. Anna li guarda un solo istante come un cane abbandonato sull’autostrada, come fossero salvagenti davanti al naufragio della propria vita. Dopo qualche istante Kummer dice:
“A tutto c’è rimedio. Ti aiuteremo noi.” Lei ne ha viste troppe per credere a un aiuto piovuto dal cielo. Distoglie lo sguardo e continua a bere in silenzio. Allora Schicksal:
“Hai ragione a non fidarti. Di questi tempi poi. Ma noi vogliamo aiutarti veramente. Siamo ricchi e non sempre siamo stati onesti. Vogliamo compensare il male che abbiamo fatto. Ci siamo ritirati dagli affari e siamo cambiati, come sta cambiando questa nazione. La favola del Covid non è vera. Non neghiamo che esista ma non è così grave come vogliono farci credere. Ne stanno approfittando per creare una nuova dittatura: quella sanitaria. Chiudono le fabbriche, i bar, i ristoranti, le scuole per imporre un nuovo ordine mondiale. Noi lo impediremo! Il leader dell’opposizione è un nostro caro amico e potremmo proporti per un incarico di prestigio ben pagato.” Anna ride forte.
“Ma se neanche mi conoscete! Che c’è sotto?” E Kummer:
“Nulla. Abbiamo un database sempre aggiornato che incrocia i dati delle persone oneste e che potrebbero esserci utili. Oggi hanno chiuso la fabbrica dove lavori. Temiamo per te, i tuoi figli e vogliamo aiutarvi.” Anna si fa seria:
“Non ho nulla da perdere. Che dovrei fare?” Ha alzato la guardia, la sbronza è svanita e non si fida di quei due. Sente puzzo di bruciato e il suo sesto senso non l’ha mai tradita.

“Avevamo pensato – attacca Schicksal – a un lavoro facile per te. Sei onesta e credibile, una bella donna, che non guasta mai; grande lavoratrice e madre di famiglia esemplare. Chiunque ti conosca si fida di te e sei colta. Farai la portavoce del nostro leader. A volte si lascia trasportare dalla foga e appare un po’ aggressivo. Tu sei quello che gli manca: una donna come tante che aggiunge grazia e dolcezza, se serve, e parla alla gente; senza fronzoli, diretta e pacata.”
“Non posso farlo. Non credo alla dittatura sanitaria. Poi quello che dice e fa il vostro amico è ciò che ho sempre odiato: razzismo, prevaricazione, fascismo. Io sono l’opposto. Non si cambia alla mia età né voglio farlo.”
“E rinunceresti a 5000 euro al mese? – dice Kummer – Ai tuoi figli daresti il massimo. Scuole e atenei prestigiosi che non ti potresti mai permettere. I tuoi ideali ti fanno onore ma vanno bene per il mondo dei sogni. La realtà è un’altra cosa!”
Qualcosa scatta nella mente di Anna, come una sorta di salvavita. Non è più lei a pensare e parlare ma qualcosa di più profondo e di infinitamente possente.
“Voi non siete la realtà ma la sua malvagia distorsione. Siete lo spettro della distruzione generato dai buchi neri della mente. – e grida – Voi non esistete!” Le sue parole prendono forma. Diventano biglie d’acciaio. I Tulpa devono tornare al nulla che li ha generati. Ora un filo di fumo nero si dilegua nel cielo rossastro del tramonto. Anna si abbandona sulla panchina esausta con un dolce sapore in bocca. Si sente umana tra umani come da tanto non gli capitava. Sa che quella battaglia non l’ha vinta da sola. E sa soprattutto che la guerra continua.

 

N.d.A.: Nella mitologia tibetana i Tulpa sono demoni. Mentre i nostri diavoli sono creature maligne esterne a noi, i Tulpa sono creazioni della mente umana che prendono fisicità. La loro forza è la negatività, il nostro lato oscuro e la propensione umana alla distruzione. Prendono sembianze umane ma sono privi di anima. Il loro scopo è entrare nelle menti, causare la morte o costringerci al suicidio e impossessarsi del nostro spirito per conquistare l’immortalità. Per raggiungere il loro scopo servono centinaia di anime e da ogni vittima traggono nuova forza. I bambini, essendo incontaminati, sono i prediletti. Un’anima pura vale decine di anime che non lo sono più.

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