LA CUCINA DELLA NONNA

Tutti abbiamo avuto una nonna. O due, i più fortunati. Qualcuno nessuna, e certamente ne avrebbero voluta una o due. Ma chi ha avuto la fortuna di avere la nonna, o le nonne, ha avuto anche l’incommensurabile fortuna di poter entrare, vedere, annusare, la cucina della nonna. Che non è una cucina qualunque, e nemmeno la cucina della mamma dove spesso ci si muove con una sorta di nervosa frettolosità. La cucina della nonna per me era un luogo, non una semplice stanza, un simulacro, un insieme di profumi, vapori, rumori che la rendeva simile a una magica fucina da dove usciva ogni sorta di prelibatezze. Arnesi incomprensibili, mortai, piccole terrorizzanti mannaie da selvaggina, pentole di rame, di alluminio, di ghisa. E su tutte lei, la Dominatrice di Tempi Modi e Cotture, la Regina di Ogni Sapore, l’Imperatrice di Tutte le Ricette… Ho avuto la fortuna di avere una nonna veneziana e una napoletana, ognuna mi ha lasciato in eredità quel magico touch che mi si è avvitato nel DNA come uno spaghetto con la pommarola o come una leggiadra sarda in saòr. Così ogni volta che cucino ritorno nella magia della cucina della Nonna Maria e della Nonna Grazia. E i fumi e i profumi che salgono dalle pentole sono come il loro abbraccio.

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