Nel 2015 lo scrittore e regista Niccolò Ammaniti scrive un romanzo profetico, situato in un futuro distopico e ambientato in Sicilia. Anna, la protagonista, una ragazzina di 13 anni, è rimasta orfana da alcuni anni, i suoi genitori sono morti così come sono morti tutti gli adulti colpiti da un terribile virus, chiamato “La Rossa”. La madre, prima di morire, ha scritto per lei un diario con una serie di raccomandazioni e ricette per sopravvivere e perché lei possa prendersi cura del fratellino Astor.
Nel 2019 Ammaniti, dopo la fortunata serie “Il Miracolo“, decide di trasporre sullo schermo il suo romanzo. A sei mesi dall’inizio delle riprese, scoppia in Italia e nel mondo, la pandemia da Covid e solo durante la pausa estiva dello scorso anno la serie TV viene completata.
Fedele al libro, “Anna” è una discesa agli inferi, un inferno in miniatura, fatto di bambini e ragazzini dispotici, affamati e cenciosi, pronti a seguire il santone o la santona di turno. Crudeli quanto e più degli adulti che hanno sostituito, sono riuniti in bande rivali e spadroneggiano in una landa desolata, ammorbata dai rifiuti e dai relitti di quel poco che è scampato. Anna, bambina cresciuta in fretta e senza guida, si arrangia come può, tutte le sue forze sono dedicate ad Astor, per tenerlo al riparo dai pericoli e per procurargli il minimo di cibo necessario. Il bosco circostante la casa in cui abitano – un museo di quieti cimeli e orrori familiari – è l’unico posto sicuro per il piccolo e Anna cerca di confinarcelo il più possibile ma gli eventi la obbligano a prendere una decisione.
Fedele al libro, “Anna” è una discesa agli inferi, un inferno in miniatura, fatto di bambini e ragazzini dispotici, affamati e cenciosi, pronti a seguire il santone o la santona di turno. Crudeli quanto e più degli adulti che hanno sostituito, sono riuniti in bande rivali e spadroneggiano in una landa desolata, ammorbata dai rifiuti e dai relitti di quel poco che è scampato. Anna, bambina cresciuta in fretta e senza guida, si arrangia come può, tutte le sue forze sono dedicate ad Astor, per tenerlo al riparo dai pericoli e per procurargli il minimo di cibo necessario. Il bosco circostante la casa in cui abitano – un museo di quieti cimeli e orrori familiari – è l’unico posto sicuro per il piccolo e Anna cerca di confinarcelo il più possibile ma gli eventi la obbligano a prendere una decisione.
Con la fotografia spettacolare di Gogò Bianchi e la scenografia di Mauro Vanzati, le musiche (bellissima la sigla “Settembre” di Cristina Donà), “Anna” è una favola nera alla Fratelli Grimm in cui la morte è accettata come inevitabile e la lotta per la sopravvivenza normalità. Scritturata tra 3 mila ragazzine la giovanissima Giulia Dragotto è e non potrebbe essere che Anna, ma tutti i bambini (Alessandro Pecorella nel ruolo di Astor) sono fantastici e credibili. Poetico, doloroso, spesso pulp oltre misura, non è adatto a tutti, soprattutto di questi tempi. Ma forse proprio dati i tempi, andrebbe visto per esorcizzare le nostre paure.
Anna di Niccolò Ammaniti – Italia-Francia-2021 – 6 puntate su Sky