Come stai?

Come stai non è più una domanda educata, è una vera indagine, un pensiero, un’apprensione. Poi, precedendo ogni forma di saluto, “ti sei vaccinato?” seguito da “quale hai fatto?” e quindi “hai già fatto la seconda dose?”.
Per strada ci si schiva elegantemente, nei negozi si entra solo se dopo aver occhieggiato attentamente dalle vetrine si conta un numero rassicurante di presenze. Meglio di assenze, va’.
Si vigila sulla disinfezione delle mani, pronti a intervenire con piglio dittatoriale contro l’incauta che soprassiede. Implacabili organizzatrici di code in esterna supermercato, manteniamo la posizione a piè fermo senza soccombere a eventuali intrusioni laterali, pronte a intervenire verbalmente forti del sostegno del gruppo di astanti.
Il nemico non è sull’altra riva del fiume, è sullo stesso marciapiede e viene verso di noi con la mascherina abbassata. Gli ostili sono i fumatori che procedono esalando nuvole di fumo e virus incuranti delle massaie in attesa al mercato.
Avevamo paura degli UFO. Ora canticchiamo sottovoce “extraterrestre portami via, voglio una stella che sia solo mia, extraterrestre vienimi a cercare, voglio un pianeta su cui ricominciare…”

 

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