Un anno difficile Vita da gatta

Un anno fa, a giugno, l’ictus del mio padrone. Dico così ma non so spiegare, so solo che all’improvviso nella casetta al mare ci fu una gran confusione, la mia padrona piangeva e telefonava, il mio padrone era per terra e poi sono arrivati in molti, colorati di arancio, con scarpe grosse. Mi sono nascosta subito.
Poi non è stato più come prima. La padrona è tornata con Guido, il padrone giovane, e mi hanno caricato in macchina. Piangevano.
In seguito sono stata 3 settimane a casa di Guido e Sarah, tutto bene, coccolatissima, cibo e comodità, ma non capivo bene perchè dovevo stare lì.
Da luglio sono tornata a casa mia: per oltre due mesi siamo state sole io e la padrona. Non l’ho mai persa di vista perchè qualcosa non quadrava. Ci siamo tenute compagnia, in questa nuova dimensione senza un perchè.
Solo a metà settembre è tornato il mio padrone. Cielo! Non ero sicura che fosse lui, mi sono tenuta a distanza di sicurezza. C’era una sedia con grandi ruote e altri aggeggi e poi anche quando il padrone camminava era tutto diverso. E non mi parlava più come prima. Anzi non parla nemmeno ora.
Recentemente ho capito che è proprio lui, lo sento dall’odore e dalla voce. Mi guarda con amore e io ho fiducia: gli porto i topini Ikea nelle scarpe e mi siedo sulla sua poltrona ogni volta che la lascia libera.
Di notte però sto vicina alla padrona, fra donne ci capiamo e nel lettone lui non c’è più. Per giunta a febbraio mi hanno pure operato e devo dire che in effetti ora sto molto meglio. Uff, quante grane.
Il padrone intanto cammina meglio e la mattina non c’è più quel tipo che lo lavava e lo vestiva. Ahhh, un po’ di pace.
E’ tornata l’estate, si tengono i balconi aperti, me la godo e credo che le cose miglioreranno. Forse il padrone mi farà la sorpresa di chiamarmi ancora col mio nome: Carlettaaaaa, gattolina vieni!!
Attendo, non ho fretta, sono una gatta.

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