Una signora molto anziana

Di fronte alla mia casa di Procida abita al primo piano, da sola, una signora molto anziana. Quando passo davanti alla sua finestra, dove trascorre molte ore in compagnia del mondo esterno, mi saluta sempre con un sorriso dolcissimo e ammiccante. Io le rispondo calorosa, spesso ci scambiamo qualche rapido commento sul tempo, una volta mi ha chiesto quanti figli avessi “Una, signora, un capolavoro unico!” l’ho informata celiando.
La sua casa piuttosto malandata affaccia su un terrazzino/ripostiglio, dove tiene ammucchiate cose vecchie ma ancora ritenute utilizzabili, sdraio sdrucite, bacinelle impilate, ceste cariche di bottiglie e barattoli di vetro, e molte piante. Come tutto il resto sono disordinate e decadenti, piantate in vecchie latte che hanno contenuto conserve, olive in salamoia, acciughe, di quelle che si trovavano negli alimentari di paese, tanti anni fa.
La cura che riserva al suo ‘giardino’ è commovente: tagliuzza foglie secche, innaffia, spruzza le piante con dedizione e puntigliosità, a volte rivolge loro rimproveri o complimenti, a seconda del caso. Ieri pomeriggio l’ho vista trattenersi più del solito, con un impegno diverso dall’ordinario. Ha alzato lo sguardo verso di me “Le formiche, formiche dappertutto…io sono gelosa delle mie piante, se ne devono andare!”.
Al mio cenno di partecipazione al suo affanno, ha chiesto :”E vostra mamma stavolta non è venuta?” “No, stavolta no” ho replicato prontamente, senza scompormi. Chissà che ha visto, chissà chi ha immaginato di vedere, ma mi ha regalato, per un attimo, la possibilità di una risposta che ormai ritenevo perduta per sempre. E sono rientrata in casa, un po’ confusa anch’io.

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