Fascisti quasi vestiti da No Green Pass assaltano la CGIL del quasi No Green Pass Landini, quasi contrastati dalla polizia idealmente legata alla No Green Pass vicequestore Schilirò, quasi sindacalista. E ho detto tutto.
Questo lo scenario di una domenica violenta a Roma, luogo invivibile, grande bellezza coventrizzata, martirizzata da chiunque voglia semplicemente farlo, progressivamente scivolata, degradata a terra di nessuno, città aperta ad ogni sopruso verso i suoi cittadini, ridotti a marionette senza più coscienza civile né speranza in un cambiamento possibile.
Roma che non vota più, costretta a scegliere tra candidati sindaco che giocano a perdere, terrorizzati dalla responsabilità e dalla consapevolezza intima di non essere all’altezza del compito.
Roma simbolo decaduto, crocevia di interessi stranieri, di potenze che non vedono di buon occhio (eufemismo) la rinascita dell’Italia di Draghi, potenzialmente di nuovo forte e prestigiosa, soprattutto nell’eterna guerra, effettuale anche se non dichiarata, per la supremazia nel Mediterraneo.
Roma che è come una cagna in mezzo ai maiali, diceva Francesco De Gregori. E i poeti, si sa, vedono lungo.