IL CAPO PERFETTO

Il signor Blanco è a capo di una fabbrica di vecchia data che si occupa di bilance. Felicemente sposato e senza prole, tratta i suoi dipendenti come figli: li blandisce, ogni tanto uno scappellotto – metaforico – per spronarli al lavoro, si occupa personalmente delle loro beghe. Cerca di risollevare dalla depressione il suo vice; tira fuori dal carcere il ragazzotto sbandato figlio del suo operaio più anziano; tenta di placare, anche se con poco successo, l’ira di un impiegato licenziato che si è piazzato fuori dalla fabbrica urlando da un microfono la sua rabbia. Il capo perfetto, insomma, “El buen patròn” come recita il titolo originale del film diretto e sceneggiato dal regista spagnolo Fernando Leon de Aranoa (ricordiamo l’ottimo Perfect Day).
Commedia acida sul mondo del lavoro, vista però non dalla prospettiva degli operai e dei loro diritti spesso calpestati, ma da quella dei padroni, che se anche incassano qualche colpo basso, alla fine vincono sempre.
All’inizio quasi ci si crede alla buona fede del capo, che ce la mette tutta per blandire, sopire, risolvere i conflitti, preoccupato com’è di preservare il buon nome della fabbrica in vista del bando pubblico che si è impegnato a vincere. Gli occhiali che gli scivolano sul naso, il sorriso accattivante, le pacche sulle spalle, Javier Bardem è Blanco, “perfetto” lui sì nella parte che sembrano avergli cucito addosso. 17 candidature ai Goya e in odore di Oscar (ma oggi sappiamo che non è nella rosa vincente), il film di de Aranoa è lontano dalle tematiche alla Ken Loach, ma rappresenta la realtà di un’impresa che si muove tra giochi di potere e intrallazzi, che mira solo all’efficienza e al profitto, pur sotto la copertura di modi affabili e urbani. Metafora del film è la bilancia d’antan posta davanti alla fabbrica: dopo anni di perfetto equilibrio tra i due piatti è lì che pencola o da una parte o dall’altra. Basta un piccolo escremento di piccione a squilibrarla. Che sarà mai? – pensa patron Blanco, rimuovendo il guano con le dita. E’ che poi la cacca ti impiastriccia le mani e hai voglia a lavartele, sembra non venire più via.
Il capo perfetto” di Fernando Leon de AranoaSpagna 2021

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