Pronto soccorso di un ospedale: decine e decine di pazienti accatastati nella sala d’attesa, gente che urla, che piange, che si dispera, ferite di tutti i generi, anche provocate da ordigni. No, non sono video in diretta da Mariupol o da Kiev, sono scene di un film che ricostruisce, a Parigi, una folle notte dopo gli scontri in piazza tra i Gilet Gialli e la Polizia. Protagonista una coppia di donne della buona borghesia che dopo un lungo periodo di tira e molla e di litigi asfissianti, decide di separarsi. Da una parte l’isterica Raf (Valeria Bruni Tedeschi) che fa la disegnatrice, dall’altra la più razionale e misurata Julie (Marina Foïs).
Pentita della sfuriata che ha fatto all’amica, Raf la segue per strada e cade malamente, fratturandosi un braccio. Titolo decisamente più adatto e paradigmatico di tutta la storia, “La fracture” è non solo quella diagnosticata a Raf ma la distanza abissale tra l’élite intellettuale del paese (in questo caso la Francia ma applicabile a tutta l’Europa) e la classe operaia e disagiata che protesta, spesso in modo violento e “qualunquista” contro provvedimenti governativi. A incarnare la parte più sfortunata, Yann, un camionista che ha partecipato al corteo ed è stato ferito a una gamba da numerose schegge di granata. Nell’inferno di pazienti allo stremo, medici e infermiere costretti a turni massacranti, poliziotti inferociti che pretendono i nomi dei feriti coinvolti negli scontri, i due, la bionda e il camionista si urlano contumelie e giungono persino alle mani. L’odio di classe, le differenze sociali esasperate dagli spazi esigui e maleodoranti si stemperano tuttavia nella comune percezione del dolore e della sofferenza. Il pronto soccorso (come già per altri film e serie TV, a cominciare da ER) diventa il luogo, anche se a tempo limitato, del mutuo sostegno e della solidarietà. Catherine Corsini, nota per il suo impegno al femminile e per la difesa dei diritti delle donne gay, firma un film che corre a perdifiato con personaggi credibili pur nella loro gridata esteriorità. Valeria Bruni Tedeschi, per una volta doppiata, esprime al meglio le sue capacità recitative: nevrotica e egoista, eppure capace alla fine di esprimere la parte migliore di sé.
Presentato a Cannes e premiato ai Cesar – Francia 2021