La Domenica

È domenica mattina. Fa caldo, ma non ancora caldissimo.
Scendo a buttare la spazzatura. Già da lontano vedo un ragazzo(ne) di colore intento a gettare un sacco di roba. Io mi metto dall’altra parte coi miei due sacchetti. Mi guarda e mi dice: “Hanno lasciato un casino ovunque. Sto mettendo le cose nei contenitori giusti, c’era di tutto quando sono arrivato. Adesso ho praticamente finito”. Lo ringrazio e gli auguro buona domenica. “Anche a lei” mi risponde.
Mentre ritorno indietro percepisco, nitidissimo, il profumo di caffè proveniente da una finestra, al primo piano, lungo la strada.
E prima di entrare nel portone di casa butto l’occhio dalla parte opposta del marciapiede. C’è un signore anziano. Elegante. Indossa giacca, camicia e scarpe lucide. Cammina a fatica, ma ha La Stampa, appena comprata, sotto il braccio. Ecco, penso, davvero un’altra generazione. E anche un altro modo di intendere i giorni. Quando la domenica era La Domenica, e allora potevi, direi quasi dovevi, sottolinearlo comprando il giornale e vestendoti bene.
Rientro.

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