Quattro nomi: Ephraïm, Emma, Noémie, Jacques, scritti di seguito su una cartolina, anonima, che Lélia riceve nel 2003. Le fa male leggere quei nomi, sono quelli dei suoi nonni e dei suoi zii morti ad Auschwitz. Quel vecchio pezzo di carta, sicuramente spedito molto prima, viene riposto insieme ad altri cimeli, documenti e foto di famiglia. Sarà Anne, sua figlia, a ritrovarla più avanti negli anni e a indagare sui fatti e sulle persone legate alla Cartolina.
Si risale a prima della seconda guerra mondiale: Ephraïm è un ebreo laico e non ne vuol sapere di riti e usanze religiose, sua moglie Emma invece è più osservante. Insieme ai tre figli Myriam, Noémie e Jacques continuano a girare il mondo, dalla Russia alla Lettonia fino alla Palestina dove il nonno paterno coltiva il suo orticello. Le bambine si divertono un sacco, si sentono libere in quel luogo arido e assolato ma i loro genitori ripartono dalla “terra promessa” per andare in Francia, a Les Forges. Ephraïm si sente al sicuro, nonostante il nazismo stia minacciando anche altri Stati europei: non potranno mai fare del male ai suoi figli – pensa – così pieni di vita, studiosi, amanti della musica e della letteratura. Ma si sbaglia di grosso. Solo Myriam sfugge all’arresto e continuerà a fuggire, con una forza e una determinazione insospettabili in una ragazza di 19 anni. Che poi si sposa e si risposa e fa parte della Resistenza, diventa anche madre di una bambina, Lélia, di cui non ha tempo né voglia di occuparsi.
Si risale a prima della seconda guerra mondiale: Ephraïm è un ebreo laico e non ne vuol sapere di riti e usanze religiose, sua moglie Emma invece è più osservante. Insieme ai tre figli Myriam, Noémie e Jacques continuano a girare il mondo, dalla Russia alla Lettonia fino alla Palestina dove il nonno paterno coltiva il suo orticello. Le bambine si divertono un sacco, si sentono libere in quel luogo arido e assolato ma i loro genitori ripartono dalla “terra promessa” per andare in Francia, a Les Forges. Ephraïm si sente al sicuro, nonostante il nazismo stia minacciando anche altri Stati europei: non potranno mai fare del male ai suoi figli – pensa – così pieni di vita, studiosi, amanti della musica e della letteratura. Ma si sbaglia di grosso. Solo Myriam sfugge all’arresto e continuerà a fuggire, con una forza e una determinazione insospettabili in una ragazza di 19 anni. Che poi si sposa e si risposa e fa parte della Resistenza, diventa anche madre di una bambina, Lélia, di cui non ha tempo né voglia di occuparsi.
Anne, figlia di Lélia, non sa quasi nulla della storia travagliata dei suoi bisnonni, nonni e genitori, è a sua volta madre e solo quando la sua piccola le riporta da scuola una frase buttata lì da un amichetto “Alla mia famiglia non piacciono gli ebrei”, comincia a indagare non solo sull’origine di quello strano pezzo di carta del passato, ma soprattutto sulla propria identità così forte eppure così ignorata.
Anne non è solo la voce narrante del romanzo ma è la vera protagonista di una storia autentica, quella dei Rabinovitch: Anne Berest, classe ’79, scoprirà poi il mistero, chi ha scritto e spedito la famosa “Cartolina“, anche se forse è il dettaglio meno importante di questa vicenda dolorosa, raccontata con affetto e nostalgia.
“La Cartolina” di Anne Berest – Francia 2022 – traduzione di Alberto Bracci Testasecca – Edizioni e/o
Anne non è solo la voce narrante del romanzo ma è la vera protagonista di una storia autentica, quella dei Rabinovitch: Anne Berest, classe ’79, scoprirà poi il mistero, chi ha scritto e spedito la famosa “Cartolina“, anche se forse è il dettaglio meno importante di questa vicenda dolorosa, raccontata con affetto e nostalgia.
“La Cartolina” di Anne Berest – Francia 2022 – traduzione di Alberto Bracci Testasecca – Edizioni e/o
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