“In versi son costretta a tesser lodi
al commosso tributo che portasti
al nostro sesso, ch’è bersaglio d’asti
e di funesti veri e propri odi.
Tu invece, o mio ottimo Terenzio,
con la consueta arguta bonomia
riconosci alle figlie di Maria
che il lor tesoro è più d’un mero sfizio.
Con gustoso, settecentesco tratto
tu descrivi delizie e niente croci
sfatando malintesi e stolte voci
inchinandoti infine al nudo fatto:
Che per venérei monti, picchi e valli
erra il piacer come vagante mina
e al copular non basta la vagina
come ci insegnano i cugini Galli*
Va’ allora, o giovenalica canzone,
ad educar ridendo il presuntuoso
maschio nostrano, ché, non più riottoso,
di pura voluttà si dia a tenzone…”
*Le mie fonti al riguardo sono costituite essenzialmente dall’amica ora trentenne H…, egiziana naturalizzata francese. Amabilmente scostumata fino a un paio d’anni fa, ha stilato una classifica degli uomini europei dai venti ai cinquant’anni circa, dove i nostri rappresentanti, impareggiabili corteggiatori, come amanti fanno abbastanza pena, ahimè. (NdA)