In fila alla cassa del supermercato, una signora anziana si è incuneata tra me e la cliente precedente.
E’ un comportamento che in genere respingo, i soprusi inferti distrattamente, magari con lo sguardo di chi ha ben altro da pensare che spingere un carrello mi sollecitano una reazione energica e senza appello, ma la signora tratteneva a stento tra le braccia tre buste di panini, e aveva un’espressione confusa.
“Vada signora, tranquilla!” Non aspettava altro che una parola gentile, mi ha preso il braccio e me lo ha stretto un po’, gracile e incerta, per dirmi che era triste, aveva appena ‘accompagnato’ il fratello (che è un eufemismo per dire del funerale), il suo primo fratello.
I panini, che mi ha mostrato come una piccola ricchezza, erano in tre confezioni diverse, una per sé e le altre due per i nipoti, qualora fossero andati a trovarla. All’arrivo alla cassa ha aspettato che pagassi il mio conto per ringraziarmi e salutarmi bene, con negli occhi una tristezza rassegnata, ma resistente, mentre metteva in borsa i suoi panini della speranza.
Solidarietà Supermercato Vecchiaia