Bevi con me Lucio

Lucio, a modo mio, ti racconto la mia Piazza Grande. Mentre tu sei a Sanremo che la canti, io sono a Livorno. È sera, le luci, non molta gente, poi arriva una grande strada, piena di caffè. Il porto non è lontano e già l’aria è appiccicosa di salsedine, sul lungomare c’è musica. Non è ancora estate ma l’aria è calda e, a modo mio, avrei bisogno di carezze anch’io. Allora avevo 24 anni e tu 25; ma dove le scrivevi le canzoni?

Io le avrei scritte nel retro di quel caffè dalle luci intermittenti, dove trovavi i reclutatori della Legione Straniera e le belle ragazze senza problemi. I marinai appena sbarcati bevevano grappa e sogni.

Le ragazze erano sorridenti, la musica forte, le tante lingue parlate non m’infastidivano. I racconti di sesso, di vita, arrivavano da lontano, troppo lontano per me. Giù ancora grappa e il coraggio affiora. Parlo, guardo, sogno. Tu caro Lucio, sapresti tenere tutto in una mano. Siediti e bevi con me, smettila di tamburellare. Scrivi Lucio, quello che hai nel cuore, scrivi com’è profondo il mare, scrivi del capitano e io continuerò a seguirti.

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