I chatbot, l’intelligenza artificiale. Racconti, poesie, articoli, tesi, testi e tanto altro ancora. Fanno tutto loro.
Dicono che tra un tot di anni sarà possibile operare il furto del cervello, questa volta non artificiale.
Nessuna indiscrezione o fuga di notizie su come possa essere perpetrato. Di certo non sarà possibile sostenere che un furto vale l’altro.
Ne ho conferma alzando gli occhi dal libro che sto leggendo in treno. Seduto di fronte c’è un’opera d’arte vivente: “il beato Morfeo”.
Un giovanottone acerbo, collo chino su di un lato e bocca semi-spalancata, placidamente perso nel suo profondo sonno.
L’espressione non muta e mi porta a pensare a cosa mai possa sognare. Ma i giovani d’oggi sognano ancora? Secondo indagini e statistiche pare di no!
D’istinto lascio stare il libro e mi metto ad “ammirare” l’opera, per nulla scossa dal continuo squillare degli smartphone, compreso il suo.
La catalessi perdura e sono indeciso se immortalare o meno l’opera d’arte vivente.
È un’immagine allo stesso tempo tenera e scioccante. Richiama il mio obiettivo.
Morfeo preparati ad andare in scena, è il tuo momento di gloria. Clic!
Giunto a destinazione lo lascio ancora lì, perso nelle sue visioni oniriche.
Scendendo dal treno mi ricordo di quello su cui stavo ragionando prima dell’incontro con il “beato Morfeo”.
Sì, il furto del cervello. Chissà come avverrà.
E se quello seduto di fianco al “beato Morfeo” fosse stato un ladro di cervelli in avanscoperta? Smanettava continuamente con aggeggi elettronici!
Il ragazzone una delle prime vittime?
Probabilmente non lo era, ma un domani non garantirei il ladro per “quel furto”!
(Mic L’ape 🐝)