Reagisco male quando agli uomini malvagi si affibbia l’epiteto di “bestie” – anzi, mi “imbestialisco”, perché è una definizione del tutto irrazionale. Noi bestie non c’entriamo. Gli istinti animali non contemplano in nessuna specie lo sterminio dei propri simili, ovvero dei cospecifici, perché, in natura, sarebbe solo un comportamento antievolutivo, che porterebbe all’estinzione della specie che lo praticasse. Quindi, nel mondo animale, fra le bestie, si sono affermati comportamenti che limitano l’aggressività fra esseri della medesima specie.
Ciò che rende stragisti gli uomini è una cultura, non la natura. L’esaltazione di certi comportamenti è appresa. Fu una scelta storica.
Gli uomini, con lo sviluppo dell’agricoltura, scopersero di potersi permettere omicidi e guerre, per aumentare in potere, gloria e ricchezza. Potevano ammazzarsi fra loro e procurarsi un sacco di discendenti ugualmente. E quindi ne fecero la loro cultura – un valore, un piacere. In effetti in seguito si sono riprodotti con tale successo, da ricoprire di se stessi il pianeta, ma così tanto, e così bene, da rendere invivibile l’ambiente, quello stesso che è loro necessario per vivere. Un bel trionfo. Chissà che il calo delle nascite umane non sia la risposta naturale al problema, che, facendoli diminuire di numero, li salvi dall’estinzione. Perché la natura non è buona né cattiva: è severa ma giusta. Grrr!!!