Il mio bambino è morto.
Lo hanno ucciso altri bambini, di qualche anno più grandi di lui.
Sono andati a giocare in un palazzo abbandonato.
Hanno litigato.
L’hanno tenuto fermo in due.
Il terzo l’ha strangolato.
Come in un film visto alla televisione.
La mia vita è cambiata in un istante.
Vivo in un dolore senza lacrime.
Non ho più voce per gridare.
In questa casa tutto parla di lui.
Il disordine della sua stanza, il sudore metallico sui suoi vestiti, i giocattoli.
Ho chiuso le finestre.
Ho lasciato fuori l’odore putrefatto dei fiori che gente sconosciuta
lascia sulla soglia dalla mia porta.
Mi offrono soldi per poter fotografare il mio viso di mamma disperata.
Il mio dolore non costa niente, non è in vendita.
Lui era tutto ciò che avevo.
Rivoglio indietro mio figlio.
Dovrò assistere al processo, perché qui in Inghilterra si processano i bambini.
Ascolterò la lettura della loro condanna.
Senza potere dire la mia.
Perché non si possono incarcerare i bambini.
Vanno aiutati a diventare uomini.
Il mio bambino ha avuto me, e avrà la mia devozione al ricordo.
Io ho avuto lui, il suo corpo caldo abbracciato al mio.
Mi ha chiamato mamma per tutti questi anni.
Questi bambini non hanno più niente.
Odio tutto quello che mi sta succedendo.
Ma non posso odiare dei bambini.