Stanno arrivando. L’ultimo gelo li ha bloccati nei cassetti, ma sono già pronti per uscirne. Sono i meggings, i leggings maschili. L’ultima invenzione di uno stilismo perverso e crudele, non contento di aver già regalato a noi uomini i famigerati pinocchietti, le canottiere autunno-inverno, i pantaloni a vita bassa e vista natica, gli stivaletti estivi col pelo (Ugg da uomo, sì, ci sono anche quelli), le giacche di felpa a doppiopetto e il mimetico spalmato su ogni capo, perfino sull’abito da nozze. I meggings, però, vanno aldilà. Non sono semplici “calzoni”, sono simulacri che impongono domande. Chi li ha inventati? Perché? Per chi? Alla prima non ho risposta. Alla seconda preferisco non darla. Alla terza cerco di trovarne una: fieri panzoni, proprietari di cosce grosse come fusti di birra? Impiegati schiavi del mezzobustismo, desiderosi di donare comfort alla metà non esposta al pubblico? Giovani in cerca di prima occupazione che si propongono come tersicorei d’accatto? Anziani rimasti in mutande che cercano di conservare un minimo di bon ton? Intellettuali nostalgici del Rinascimento? L’unica certezza è che il meggings versione base sarà rapidamente scalzato dalle seguenti versioni speciali: meggings contenitivo e modellante pancia, meggings push-up gluteo, meggings push-up e riempitivo inguine, meggings da lanzichenecco con braghetta full opening.
Rigorosamente da abbinare a canottiera, ciabatta infradito o stivaletto anfibio. Adatti per tutte le occasioni. Danno il meglio con un filo di tacco. Ultimo quesito: il “disturbo” va a destra o sinistra?