Metodo, signora mia!

Finalmente, dopo molto cercare, ho avuto l’indirizzo di un artigiano in grado di riparare scarpe e borse. E l’ho raggiunto rapida, con il mio carico di oggetti da ripristinare.
Alla mia prima domanda, se do’ un acconto o pago tutto subito, senza neanche sollevare lo sguardo dal lavoro che aveva tra le mani, il ciabattino mi ha indicato un cartello con elencate le regole del negozio: “Guardi là, noi così procediamo”.
Ho appreso del pagamento anticipato e, ricevuto lo scontrino, ho chiesto, ma con minore disinvoltura, da quale giorno avrei potuto ritirare la merce. Stavolta mi ha fissato rapidamente: “Legga qui, è tutto specificato nello scontrino!”
Stavo per replicare malamente qualcosa tipo: “Siente Tito’, io duje pare e scarpe t’aggio cunsegnato…” ma mi ha bloccata – come l’ avvertimento di un carattere che non poteva essere liquidato nel mio modo tranchant. “Lei è proprio SCIENTIFICO”, ho commentato, guardandolo dritto negli occhi. Toccato!
“Metodo, signora mia, senza metodo questo lavoro non potrei farlo!”. “Certo”, e la docente che è in me ha parlato come fossi un ventriloquo: “e allora accetti che c’è del metodo anche nelle mie domande – o no?”. Ha vacillato un istante, il capo leggermente all’indietro come per inquadrarmi meglio. “Eh, ma io non posso rispondere a tutti… da mercoledì è tutto pronto signo’, vi aspetto “.

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