Esopo stupefacente

Fece anticipare i grandi successi di un noto cantante bolognese da “Spunta la luna dal monte”. Il segnale era questo!
In quel momento “l’io vagabondo” di tanti avvertì il richiamo.
Tutto era partito dal Gufo con gli occhiali. Aveva tirato fuori un vecchio mangiadischi, iniziando a far girare i grandi successi del cantante a lui molto affezionato.
Le melodie svegliarono il ghiro dormiglione, che subito si recò nella radura adiacente l’albero del Gufo, dove, a velocità spaventosa, era già giunta la Lepre  nella sua sgargiante tuta.
Anche il Picchio lasciò il martello e il suo lavoro con i tronchi, deciso a divertirsi. Incrociando il Grillo chiacchierone gli disse di spargere la voce: “tutti dal Gufo con gli occhiali”.
Intanto nella radura era giunta la Gallina vecchia che iniziò a preparare un buon brodo vegetale che, aveva annunciato, avrebbe impreziosito con un fungo olandese distrattamente perso nella stessa radura durante un precedente rave party di tutt’altro genere.
Quel buon brodo diventò il drink di benvenuto!
Tutti, man mano che giungevano, ne prendevano almeno una tazza. L’atmosfera era stupefacente.
Il Corvo prese a comportarsi in modo strano. Aveva recuperato, chissà come, il pezzo di formaggio che nel corso dei secoli gli era sempre caduto dal becco. Forse la gioia stessa dell’evento, l’ebbrezza del brodo e la voglia di cantare le canzoni del cantante amico del Gufo con gli occhiali gli fecero cadere nuovamente il millenario formaggio che, leggenda narra, sembra fosse stato sottratto dalla tavola di Esopo in persona.
Ma anche la Volpe non scherzava. Rinunciò a raccogliere e mangiare il più che stagionato formaggio, lasciò stare l’uva che da sempre imperterrita tentava di raggiungere in alto sul filare e si buttò sul derivato dell’uva.
Afferrò per il collo una bottiglia di vino come fosse stata una squisita preda e buttò giù tutto d’un fiato.
Nel mentre la Tartaruga prese a ballare a velocità impressionante sorprendendo la Lepre che, dismessa la tuta, si esibiva in passi lenti.
L’Oca, comodamente seduta su un divanetto ricavato da un tronco, leggeva e filosofava sulle credenze nella vita senza per questo voler dare lezioni ad alcuno.
Ad un tratto qualcuno gridò: “Al Lupo, al Lupo… Attenti al Lupo” e subito il Gufo con gli occhiali dalla sua consolle vintage fece partire la musica e la voce di un altro bolognese.
Il Lupo, che si avvicinava minaccioso alla radura, bevve il drink di benvenuto da una tazza che qualche altro partecipante aveva lasciato tra i fili d’erba.
Immediatamente si placò e, sentendo nella testa un gran rumore di Cicale, divenne una Pecorella finendo per crollare in un sonno profondo.
Il gran rumore di Cicale, unitamente alla musica del mangiadischi, era davvero il sottofondo dell’improvvisato ritrovo. Al canto delle Cicale si associarono le laboriose Formiche che smisero di lavorare dopo aver sorseggiato qualche goccia di brodo che tentavano di trasportare in dispensa per l’inverno.
Arrivarono dall’estero al ritmo di una marcetta quattro musicisti; un Asino, un Cane, un Gatto e un Gallo. Dopo aver bevuto la tazza di benvenuto, chiesero al Gufo di far cessare per un po’ la musica del mangiadischi.
Quando i quattro si scatenarono con la musica rock, nella radura ebbe inizio un vero e proprio concerto dal vivo. I musicisti furono subito seguiti a ruota da tutti i presenti. Il rave sembrava non terminare mai.
Ma improvviso giunse il momento in cui il Gallo, dismessi i panni del musicista rock, tornò a cantare secondo i versi di tutti i giorni.
Quelli che nel frattempo si erano assopiti si levarono come il sole.
Era ora di tornare ognuno sé stesso. Il quotidiano incombeva.
Ma prima che la seduta fosse definitivamente sciolta, la Gallina vecchia volle fare una pubblica confessione: “Non ho messo il fungo olandese nel buon brodo. Mi sarei snaturata e avrei snaturato tutti Voi. Ci tenevo a dirvelo”.
Dopo la confessione tutti continuarono a comportarsi nella stessa maniera del post tazza di buon brodo e percorsero insieme la strada che li separava dal ritorno alla quotidianità.

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