Ogni tanto il governo Meloni mantiene qualche promessa, giusto riconoscerlo.
Certo, non hanno tagliato le accise, aumentato le pensioni e meno che mai ridotto le tasse, tuttavia, nonostante le ristrettezze economiche che hanno portato a tassare addirittura quel poco di reddito agricolo che viene prodotto da chi ancora si ostina a lavorare la terra, qualche impegno è stato effettivamente rispettato.
Così, dopo le centinaia di milioni per il centro immigrati in Albania, rivelatosi un canile a cielo aperto da un lato e, dall’altro, una vacanza premio per gli agenti spediti lì, loro malgrado e senza responsabilità, a non fare nulla, con l’ultimo decreto milleproroghe il governo è riuscito a trovare i fondi per anullare le multe a chi, durante la pandemia, aveva deciso deliberatamente di non sottoporsi al vaccino, i cosiddetti novax. Parliamo di circa un milione e mezzo di italiani, per un controvalore, più o meno, di centocinquanta milioni di euro, equivalente, ad esempio, alle entrate della nuova tassazione imposta, dal 2024, a chi concede il proprio terreno per installare un parco fotovoltaico, giusto per incentivare le rinnovabili.
Se, da una parte, la questione economica può infastidire, nonostante questo provvedimento si sommi ad altre spese (vedi sopra il caso Albania) che appaiono più propagandistiche che concrete, mentre la gente smette di curarsi perché la tanto strombazzata riduzione delle liste d’attesa si è rivelata l’ennesima e fumosa promessa elettorale, dall’altra ciò che realmente preoccupa è il messaggio politico potenzialmente devastante che da questa decisione può arrivare all’opinione pubblica.
Va intanto precisato che alla cancellazione delle multe non corrisponde il rimborso per chi le aveva già pagate, nonostante le sanzioni fossero state elevate nello stesso periodo e per la stessa violazione. Al netto delle diverse opinioni, in una civiltà giuridica se si decide di cancellare una sanzione con effetto retroattivo non si può privilegiare solo chi, correttamente, l’ha pagata, salvando quelli che, al contrario, se ne sono sottratti. In questo senso, si può immaginare quanto si sarà sentito preso in giro dallo Stato chi si è sottoposto controvoglia, e sotto minaccia di sanzione, ad un vaccino sostanzialmente sperimentale e realizzato in fretta e furia a causa della pandemia e, quindi, con tutte le comprensibili preoccupazioni del caso. Paradossalmente, avranno provato la stessa sgradevole sensazione coloro che hanno deliberatamente rifiutato il vaccino accettandone le conseguenze, compresa la multa da cento euro che hanno pagato, e ora si vedono maramaldeggiati dai furbetti che se ne sono sottratti.
Passando, per così dire, dall’altro lato della barricata, si è scatenata la rabbia di medici, operatori sanitari e virologi che hanno vissuto sulla propria pelle, pagando anche con la vita, la violenza del Covid come anche dei tanti cittadini, come il sottoscritto, nei confronti di un condono a vantaggio di chi, in quel momento, appariva come ostacolo alla fine di un incubo.
I lettori perdoneranno questa considerazione assolutamente personale, ma si ha la sensazione che questo provvedimento sia stata una concessione a certi esponenti di maggioranza compiuta controvoglia dal governo, come probabilmente dimostra la reazione scomposta da “tutti contro uno”, addirittura con post e card dal profilo ufficiale del primo partito di maggioranza, verso il prof. Burioni, virologo e docente universitario che, in quei giorni, informava quotidianamente sull’evoluzione della pandemia. Sicuramente Burioni resterà uno dei protagonisti mediatici di quegli anni travagliati, ma scatenare un attacco collettivo da parte di forze di governo ed esponenti della maggioranza verso un singolo scienziato, indipendentemente dalla sua visibilità mediatica, appare più un segnale di debolezza e imbarazzo, potremmo dire un mettere le mani avanti per non cadere all’indietro.
Resta l’ultimo e forse il più importante e preoccupante aspetto di questa vicenda, che esula dall’oggetto del singolo provvedimento: cancellare in massa una sanzione per chi ha violato consapevolmente una norma può fare barcollare la certezza del diritto e il principio di uguaglianza tra cittadini, soprattutto se a questo si aggiungono i continui condoni verso evasori ed elusori vari, alla faccia dei soliti fessi che le tasse le pagano sempre o che, come nel caso dei lavoratori dipendenti, non potrebbero evadere manco volendo.
Il tutto per ottenere il voto di quella parte di popolazione che, per le più disparate ragioni, ha scelto coscientemente di sottrarsi alla legge allora, ed oggi, ottenuta l’impunità, viene posto al di sopra di essa. Per parafrasare il celebre motto, “no vax populi, vox Dei”.