Primi anni ’70: una sartoria di lusso confeziona abiti di gran classe per il cinema e il teatro. A dirigerla due sorelle: Alberta e Gabriella, l’una (Luisa Ranieri) algida e dispotica; l’altra (Jasmine Trinca) silenziosa e dolente.
Ozpetek, lontano dai suoi stereotipi, entra negli animi femminili in punta di piedi, lasciandoli vagare ciascuno nel suo spazio, disseminando “Diamanti” grezzi di enorme valore.
Diciotto donne – un “vaginodromo” – lo soprannomina Fausta (una sempre strepitosa Geppy Cucciari) e qualche ometto di contorno (Stefano Accorsi).
In bottega trascorrono tutte le loro giornate, cucendo, tagliando, ricamando, attaccando fiocchi e lustrini con ritmi spesso affannosi ma anche con chiacchiericci divertenti appena udibili alla inflessibile padrona. A casa, dove tornano sempre in ritardo alla sera, lasciano amori e tragedie, uomini violenti, figli (una di loro si porta dietro pure il bimbetto, nascosto tra le scatole di bottoni).
Carlotta (Nicole Grimaudo) fa la tingitrice (ma il punto colore non va mai bene), Eleonora (Lunetta Savino) ha un amante giovane, Bianca (Vanessa Scalera) è una regista pluripremiata, La Zia Olga (Milena Vukotic è l’anziana che dispensa buon umore), Silvana (una bravissima Mara Venier) prepara cibi buonissimi e all’occorrenza raffinati per tutta la compagnia.
Tra battibecchi, gelosie ma anche prove di grande affetto si consumano i polpastrelli bucati dagli aghi, gli occhi offuscati dai punti minuscoli, eppure, nonostante la fatica, il gruppo di donne va avanti, per arrivare al risultato finale: l’abito più bello sfornato dall’atelier.
Il film sta avendo grande successo di pubblico e di critica cinematografica, pur attirandosi qualche manrovescio: è troppo prevedibile (tutte le attrici sono prese dalle serie TV); non c’è una trama vera e propria; sembra una trasmissione alla De Filippi; la Ranieri è statica, la Trinca non è credibile.
Eppure… eppure col sottofondo delle di voci Mina, di Patty Pravo e di Giorgia, oltre due ore di proiezioni si srotolano come lo strascico del vestito rosso e sontuoso creato da quel drappello di femmine orgogliose e umili, sempre unite nel rivendicare i propri diritti e la propria indipendenza.