Attraverso un processo alchemico ho distillato le parole, scomponendole per cercarne il significato più recondito.
Messe nell’alambicco, poco a poco hanno perso la loro natura, trasformandosi in consonanti liquide, vocali parlanti, verbi servili e irregolari, congiunzioni disgiuntive e proposizioni copulative.
Senza fretta hanno estratto il meglio: tutta l’armonia che contenevano. Ma non bastava. Non era ancora tempo…
Strette, serrate, prese a pugni. Riscritte e vomitate, attese.
Deposte con un nastro rosa e fiori gialli riposano lì, nell’ultimo cassetto, in attesa di essere amate e, forse, comprese.
(Immagine di Luigia Poli Zanetti)