Il Grande Redattore

 

Se sospettate un’unica mano dietro le notizie dei giornali, avete ragione. Mi chiamo Grande Redattore, creo l’informazione politica del Paese e mi diletto nel simulare opinioni politiche diverse.
Non è un lavoro complicato. Attingo a elenchi di parole che ho creato nel tempo: si va dall’istituzionale, al filo-governativo, fino gli estremi del pecoreccio, passando per l’eversivo.
Non scrivo, mi limito a pensare. Immagino la stessa notizia su testate diverse. Socchiudo gli occhi e mi sembra di vedere il quotidiano, con il suo articolo di fondo, titolo e occhiello. Cerco un’ espressione chiave, una sfumatura diversa e la notizia è pronta.
La parte che preferisco è inventare concetti nuovi.
Agibilità politica è l’ultimo nato, non significa niente (me lo ha confermato il mio collega Grande Avvocato, in contatto continuo con Grande Presidente), ma è diventato virale.
Ne sto studiando un altro: candidabilità surrettizia. Funziona un po’ come il matrimonio per procura.
Se sei incandidabile, un altro può agire in nome e per conto tuo. Un ventriloquo istituzionale che può sedere per te in Parlamento.
Immagino già i santini elettorali con la faccia di uno e il cognome di un altro.
Questo concetto andrà come il pane. Ne sono certo.

 

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