Pannella ha pensato, per un istante: “Stavolta con l’erba ho chiuso.”
Il leader radicale sente un brivido lungo la schiena. Berlusconi è proprio lì, accanto a lui, e sta firmando i dodici quesiti referendari che Pannella stesso promuove con il sudore della fronte. Divorzio, aborto, legalizzazione delle droghe leggere, l’appello viene sottoscritto dal leader del principale movimento di centro-destra italiano.
Ovviamente, la domanda principale non ha neanche sfiorato i media: che significato ha tutto ciò?
«Viviamo in una società in cui esiste una sorta di identità speculativa hegeliana degli opposti. Certi aspetti, atteggiamenti e norme di vita non vengono più percepiti come contrassegnati ideologicamente. Appaiono neutri, non-ideologici, naturali, sensati.»
Secondo la tesi di Slavoj Zizek sopra riportata, gli opposti sono diventati identici. Non solo si attraggono, ma finiscono per corrispondere, svuotandosi di significato. Il potere dominante parla attraverso un discorso fatto di confusione e mimetismo. L’uomo che incarna questo potere non è Marco Pannella, che le proprie battaglie le porta avanti ideologicamente, con il loro giusto significato. Quell’uomo è Silvio Berlusconi, il cui discorso politico oscilla da oltre vent’anni tra il socialismo soft di Blair e lo sfrenato liberismo da Tea Party, senza per questo tradire il benché minimo disagio.
La firma dei referendum è un colpo pesante, per l’immaginario politico dell’italiano medio, così potente da diventare l’epitaffio per i genuini intenti di Marco Pannella. È il trionfo della farsa. Berlusconi sta ridicolizzando i radicali, radicalizzando il ridicolo. I referendum diventano, nel momento stesso della firma del leader PdL, aria fritta, parole al vento. In un colpo solo, divorzio, aborto e legalizzazione delle droghe leggere diventano slogan pubblicitari, e per questo vengono fagocitati dal meccanismo, insieme al povero Pannella, cornuto e mazziato.
Ogni successiva firma diventa inutile e comica. Ogni conseguenza di quell’iniziativa, irreale e farsesca. Il trionfo non è di Berlusconi, nel ruolo dell’utile idiota. Il trionfo è del disorientamento, della de-alfabetizzazione dell’elettore. Le sovrapposizioni diventano l’arma perfetta del potere, per concretizzare la sua predominanza sul cervello.
«Grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è eccellente» dice Mao, con una provocazione che è in realtà un’altra sovrapposizione a regola d’arte. Ma intanto, il danno è fatto: Marco Pannella ha chiuso con le droghe leggere.