Bambini maltrattati e abusati

La ladra di presepi

Maria si illuminava solo i primi giorni di dicembre, quando a scuola si faceva il Presepe. Ogni bambino portava un oggetto, una statuina. Era una festa: Maria aiutava a scartare i pacchetti, metteva in fila i personaggi, riordinava le scatole piene di carte per il cielo stellato e le montagne.
Lei, da casa, non portava nulla.
«Maria, tesoro, porta qualcosa. Anche una statuina vecchia che non usate più.»
A casa di Maria il Presepe non si faceva. Mamma diceva che il Presepe accumulava polvere, che poi toccava togliere a lei. Di lavoro per casa ne aveva già abbastanza.
A Maria, però, bruciava presentarsi a mani vuote. Un pomeriggio, dopo aver fatto i compiti, mentre la mamma fumava – la mamma era sempre nervosa e passava il tempo con la sigaretta in bocca – Maria si chiuse in bagno. Febbrile, aprì i cassetti del trucco e tirò fuori un vecchio portacipria. Con le dita staccò lo specchietto e lo mise nella tasca dello zaino già ingombro di libri e quaderni. Era per il laghetto.
Il giorno dopo, lo porse alla Maestra. Lei lo prese, vide qualcosa sulle mani della bambina. Le tirò su la manica del maglione. Una sfilza di lividi si avvitava tutt’attorno all’esile braccio, fin sopra la scapola.
«Cosa è successo, Maria?»La bimba disse che la mamma si era tanto arrabbiata. Lei non ce la voleva una ladra per casa, una piccola, schifosa ladra di specchietti.
Quell’anno il Natale lo passò dai nonni, così come gli anni a venire. Ogni dicembre facevano il Presepe. Il bambinello era stato modellato da Maria, con la creta, come aveva consigliato la psicologa infantile. Un bambino Gesù con le braccia coperte di segni bluastri. Anche la Madonna, a volte, è molto nervosa.

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