Sii benedetto gelsomino matto, modesto e forte, che cresci in ogni clima. Hai profumo leggero, delicato, che coglie all’improvviso anche in piena città, dietro un muro qualunque. Il tuo messaggio è semplice e sottile: “la vita ha senso anche dentro i sensi, il vivere è possibile, c’è armonia nelle cose, nulla è da temere”. Sii benedetto gelsomino matto.
Non ti avvilisca il nome impronunciabile, da spermatozoo imbambito. Rincospermo. No, non te lo meriti. E non è che il tuo nome scientifico sia meglio: Trachelospermum jasminoides. Ma non sei un falso gelsomino, una copia andante di quello originale e aristocratico – nemmeno siete parenti, poi: tu appartieni alla famiglia delle Apocynaceae, lui alle Oleacee, e sei molto meglio tu.
Il vero gelsomino, Jasminum, invece, non è fedele e non è robusto. Non resiste all’inverno. Pretende mille cure. E il suo profumo è arrogante e grasso, esplicito e sessuale. E poi, annusandolo bene, al di là del barocco e del broccato, si distingue un preciso sottofondo di putrefazione