Se tieni cinque cani e vai in vacanza e non li metti nei cassonetti e non li abbandoni sull’autostrada e non li parcheggi in pensione e guidi una Mini e qualche vestito te lo devi pure portare e qualche scarpa e un materassino che non gonfierai mai e i regali per suocera e cognata e quando torni scopri che il bagaglio è lievitato come la torta margherita e non puoi non portarti via vasetti di pesto fatto in casa e una miracolosa quanto pungente pianta di aloe che sai che non passerà l’inverno e un paio di litri di olio buono e non ci sta più un improperio e dimentichi lo spazzolino e rientri calpestando il pavimento che avevi appena lavato e metti in moto con lo spazzolino tra i denti e finalmente li conti e sono cinque e Otto ha già il mal d’auto prima di partire e Bice ringhia che non trova il suo posto e Cuba sta bravo e lo baceresti e Lucy patisce e non ne vuol sapere di stare dietro e si mette sul sedile di fianco con la lingua appiccicata al bocchettone dell’aria e Napo non capisce come al solito ma ha bevuto troppo perché ha rubato il prosciutto crudo e quindi fa la pipì menomale sull’asciugamano che avevi messo per proteggere i sedili di cuoio e fortuna che quest’anno il pappagallo allieta tua madre a casa e intanto loro cambiano di posto in continuazione e tu preghi che non ti fermino perché puoi anche fare la finta tonta e dire che sono bambini brutti e sperare che ti credano un po’ tocca e che con questo caldo sei solo preda di banali allucinazioni e poi li guardi e sai che dipendono da te e che si fidano anche quando hai il piede pesante sull’acceleratore perché non vedi l’ora di dargli il largo nel loro cortile e sei anche un poco stanca, cosa fai? Canti.