Non li mangio, mi fanno senso. Sembrano bacche aliene e, tra i denti, si fanno poltiglia acre, un’ombra rancida sulla lingua. Ma poi: lo sapevate che sono boccioli?
Giuro.
Perché mai stroncare anzitempo una rigogliosa fioritura, d’un bel bianco avorio venato di viola, per colmare vasetti zeppi di sale o di aceto? Uno scempio! D’accordo, il vitello tonnato, senza quei cosi, è un mattone. E i siciliani mi spellerebbero viva, se fondassi un partito per la loro abolizione (dei cosi, non dei siciliani); ma sono così decorativi, ancora aggrappati agli appositi sostegni forniti da compiacenti arbusti nani!
Mi ci farò un bouquet, è deciso; o, al massimo, di fronte all’ennesimo cespuglietto di Pantelleria, li userò per stupirmi con antico garbo: «Capperi!».