Dove volano le lucciole

 

E poi c’era la Rosina. In piedi dietro al fuoco, entrava e usciva dal buio a seconda di come tirava il vento. La carne bianca, come i denti, i capelli rossi di un rosso inesistente. Il rossetto oltre i confini delle labbra, e le tette immense e sincere, tutte fuori dalla maglina e i tacchi grossi su cui stava diritta in un miracoloso equilibrio indecente. Macchiata di umori uno sull’altro, odorava di tutti e di nessuno. Rideva forte, ti dava nomignoli, ed era la smorfiosa, la ruffiana, la troia, la gattina. E smetteva di recitare solo quando te ne volevi andare. La Rosina, puttana di strada, c’era una volta. Ora sta alla baggina. Al posto suo, sulla Binasco Melegnano o Melegnano Binasco a seconda che vai o che vieni, c’è la russa, la romena, la slava, la moldava. Scorrono tutte in fila sul bordo della strada come modelle quando sfogli le riviste. Occhiali da sole ultimo grido, in posizione già alle ore nove, magre, fresche, acqua e sapone, giovani, giovanissime, vestite tanto quanto d’estate le sedicenni perbene. Cosce sottili e lunghissime, niente “ferri del mestiere”. Spariti nell’ordine il rossetto, le calze a rete, la minigonna di leopardo, i tacchi a spillo, le parrucche, le ciglia finte, i ninnoli al collo, il colore fucsia. Fini, quasi distinte se tralasci la pochezza dei vestiti. Non fossero lì, ma all’aperitivo in centro, mai lo diresti che si fanno pagare. Saranno pure schiave di tratte dell’Ovest e dell’Est, donne comprate e vendute e messe a battere per sopravvivere, ma se le guardi ti guardano negli occhi. Per niente languide. Non t’implorano. Non ti ammaliano. Non ti chiamano amore. Nemmeno per finta. Ti sfidano e ti imbarazzano perché non giocano più. Qui si fanno affari, in fretta, e senza tanti complimenti. E quasi quasi le invidi pure, perché sembrano toste e schiave dei soldi forse, di un magnaccia sicuro, ma non certo di un’emozione. Io le guardo e passo. E poi torno a casa e accendo la tv, l’unico luogo dove ancora sopravvivono a tratti le Rosine. Il mondo è alla rovescia, penso. Ma io sono un vecchio, che ne so. Posso solo osservare, mica giudicare. La morale la lascio a voi.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto