Ieri chiama una signora del 1988.
La telefonata arriva in una di quelle giornate grigie di frustrazione, giornate in cui le richieste di prenotazioni per i più svariati esami si accavallano ed è difficile risolvere i problemi e soddisfare le urgenze di pazienti spesso poco pazienti.
La signora del 1988, dicevo. Deve prenotare una visita diabetologica piuttosto urgente, essendo in gravidanza.
Si esprime molto bene, ma la voce suona affaticata, come se i pensieri le gravassero sul ventre insieme al bimbo atteso.
Troviamo un posto un paio di settimane dopo, al Sant’Anna di Torino.
La signora, affastellando emozioni e parole, in un misto di singhiozzi e gioia, si confida: “Sono felice. Sa, ho 35 anni, ho una forte disabilità, poi il diabete… non credevo sarei riuscita a rimanere incinta. Invece è arrivata questa felicità, ma anche tutte le ansie legate alle mie condizioni. Oggi ero preoccupata di non trovare posto per questa visita. È davvero importante per me e per il mio bambino: devo rimanere sotto controllo per tutti i miei problemi, capisce. Lo devo fare per me, ma anche per lui. Io la ringrazio davvero tanto, sono così felice, così felice…”
Io sorrido.
E penso che ogni tanto – ahimè, ormai sempre più raramente – si possa sia emozionarsi sia essere utili per qualche paziente.
Così la giornata ha ripreso colore.
In “NON SONO SOLO PRENOTAZIONI” Simone Lorenzati (giornalista e batterista attualmente anche impiegato al CUP del Piemonte) racconta le telefonate che più lo colpiscono (sia in senso umoristico che emotivo) nella sua attività al CUP.