Sto pensando di dire la verità e dato che dico sempre la verità, oppure taccio, e per ora non per sempre, in effetti sto pensando di parlare o di scrivere. Verba volant, come gli uccelli, che pure gli struzzi sono uccelli o i kiwi o le galline, o meglio hanno tutti le ali che di volare non hanno cognizione, al massimo le sbattono le ali, si sbattono per le aluzze, le alone one one one. Scripta manent, ma il punto è, e pure il punto e virgola, e anche i due punti o i puntini puntini o il punto esclamativo interrogativo elusivo, è ap-punto che rilievo dare a forme grafiche in due righe con insigna allegati, che definire scrittura è tanto. I messaggi in bottiglia su faccialibro sono penosi pensosi pensati pesati suggeriti serviti – ma com’è buona sta robina qua! – alle bocche boccalone o a culo di gallina – povera gallina senza uova – come nella deliziosa canzoncina di mina. Tutto per non sconfessarsi e dichiarare che tu, quella robina là, adesso, l’hai mangiata e gustata anche, prima. Se ne leggono parecchi di subtesti tra le righe, si vende una verità per non dirla su di sé perché non si è mai saputo come dirsela. Tante belle e buone intenzioni per spacciare una sorta di inesistente equità e ipocrisia autoctona o investita su sepolcri imbiancati con calce vecchia e crepata riciclata per risparmiare sull’acqua putrida. Meglio una sana invettiva allora? O un avviso ai naviganti fermi come una barca allagata e piena di acqua marcia? La calunnia, la menzogna, la verità inventata o creduta per darsi un senso unico hanno il peso della verità o quello della deiezioni umane lasciate andare in mare col lavaggio delle sentine?! Ai post l’ardua sentenza… Ardua?! Ma francamente me ne infischio! E concludo dicendo: me ne fotto… O forse è meglio dirlo in francese? Et voilà… Je m’en fous! Suona così bene!
Buone intenzioni Ipocrisia Verità