A mia madre

Un languore che sa di uva passa
impasta la mia mente.
Sento le sensazioni di quando ero bambina,
dimenticate e spente, implorare
di ritornare a vivere.
Scoraggiata, rimango in attesa
di assaggiarle, per assaporare una stagione
che non rinascerà.
Resto seduta a dondolarmi,
a cullarmi, a sognare di tornare
nel grembo di mia madre,
di sentire la sua voce,
di ricevere una sua carezza,
di fondermi in un suo abbraccio,
di sentire il suo odore.
Le dita mi si intrecciano come in una preghiera
muta e dolorosa.
Un sapore di zibibbo mi si scioglie in bocca.

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