“Slavista! Mi beffano da un carro funebre, gonfio come una torta con ciondoli d’oro.
Chiedo perdono. È deciso. La prossima volta
farò un altro mestiere. ”
Così si conclude un’ autoironica poesia di Angelo Maria Ripellino, slavista, funambolico autore, fra l’altro, di Praga magica e delle dolorose cronache dell’occupazione cecoslovacca del 68. Serena Vitale è stata allieva di Ripellino ed è lei stessa una specialista di letteratura dell’est europeo; non si è fatta scoraggiare dal semiserio verseggiare del maestro, insegna Letteratura russa a Milano. Il libro comincia con un viaggio di studio nel settembre 1967 e si conclude 40 anni dopo, passando attraverso le mille incrinature della cortina di ferro fino al suo crollo finale.
Non è l’ennesimo, forse ormai scontato, libro nero del comunismo, né la memoria noiosa di quartieri e vite squallide, ma il suo contrario: un testo vivacissimo, picaresco, che si dipana fra le disgrazie e le grazie del quotidiano, in un peregrinare appassionato fra Russia e Italia con vestiti, cibo, medicine da scambiare e magari anche il microfilm del libro di un dissidente nascosto in misteriosi contenitori.
Un ballo di San Vito tra famosi artisti, critici letterari, studenti e gente dei quartieri, dribblando le spie del KGB ma anche le colossali abbuffate alcoliche a base di vodka, salame “doktorskaja” e altri più artificiosi e misconosciuti cocktail.
La slavista sembra essere a suo agio fra i mille episodi di un caos difficile da gestire, impestato di scarafaggi e di calcinacci, illuminato da luci fioche, ma pieno di momenti di quella che non bisogna aver paura di definire “umanità”.
“ A Mosca! A Mosca!” è l’avventura di una ragazza che cresce attraverso il confronto con un mondo che può far male ed insieme affascinare in modo fatale ed irreversibile, e non perché vi si siano realizzati i miti del marxismo-leninismo, ma semplicemente perché in esso i soggetti esposti al rischio trovano il dono inaspettato di una solidarietà reciproca non sempre praticata nel mondo occidentale, in un ambiente comune e solidale non certo prescritto dai manuali ufficiali di direttive del PCUS.
Restiamo affascinate e divertite dalla ricchezza di un vero e proprio romanzo di formazione, nonché testo di incomparabile umorismo on the road.
Slavista? Un’ottima scelta per una formazione profonda, la scelta di un’anima saettante.
Serena Vitale, A Mosca, a Mosca!, Mondadori 2010