A un passo dal futuro

Ciao, Figlio Grande e Figlio Piccolo. Come va?
Quest’anno il sole non scalda i vetri delle finestre della classe, un’aria grigia e autunnale pervade questa fine primavera 2023 fortemente umida e incredibilmente fredda – creando confusione nei sensi di tutti.
Per fortuna esiste il calendario coi giorni segnati in rosso e in blu, grazie al cielo sono tutti in fila uno dietro l’altro – così, Figlio Piccolo, anche se sei dislessico non fai fatica a seguirli e anche la tua linea del tempo viaggia in una sola direzione.
Oggi è il tuo ultimo giorno di scuola, hai finito la prima media, direi che è un bel traguardo. Hai aspettato questo momento per nove mesi (guarda caso, le affinità della vita: il tuo anno scolastico come la mia gravidanza, una promozione attesa come io ho atteso un figlio dopo l’altro, il vostro 2023 come il mio 1991) e oggi eccoci qui.
E’ finito anche questo anno.
Cosa ti ha portato? Nuovi amici? Non proprio, non sei tipo da affezionarsi all’istante. E nove mesi per te, sono un istante – se vogliamo – un battito di ciglia, una cosa che accade e nemmeno te ne accorgi.
Ti ha portato coraggio, questo sì. Hai superato molti tuoi limiti, sei stato tra le righe, hai ascoltato, imparato, obbedito. A volte trasgredito, dimostrandomi che non è umano scrivere sempre rispettando i margini. Verranno altri anni di scuola media, verranno altri amici, verranno altri momenti di coraggio e sicuramente di ribellione. E di questo ti sono grata: perché sei pronto, sei forte, sei tu.

L’ultimo giorno di terza media per me fu un disastro: tutti sorridevano, si abbracciavano, si promettevano di rivedersi in estate… ma io mi sentivo perduta. La sicurezza che avevo avuto in quei tre anni, dove sarebbe andata a finire in una nuova scuola piena di sconosciuti? La mia serenità nel trovarmi tutti i giorni in mezzo agli amici, sarebbe tornata? Avrei avuto altri amici? E come sarebbe andata? Mi avrebbero capita? Mi avrebbero voluto bene come era successo nei tre anni di medie o sarebbe stata la fine?

Tu, Figlio Grande, mentre tuo fratello finisce la prima media finisci la terza e a differenza di me te la ridi. Sei sicuro di te, serafico e composto nella tua tranquillità. Hai tredici anni e mezzo, e hai la compostezza di un adulto.
Sei asperger come me, ma non hai paura del futuro. Sai benissimo dove vuoi andare e dove potrai arrivare: sei un ragazzino simpatico, sai farti amare, hai un mazzo di carte pronto per ogni occasione. Ti guardo negli occhi e scatta la magìa: sei il mio riflesso, ma migliore dell’originale, sei me – solo più giovane e con la schiena sana. Sei chi volevo che fossi e, cosa ben più importante, sei chi volevi essere: io alla tua età volevo scrivere e così ho fatto per trent’anni – evitando la cronaca perché la cronaca la scrivevano tutti, e tutto ciò che so su di me lo devo a te, guardandoti oggi, a un passo dal futuro.

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