Addio Orfeo

Coro

Sentite, gente, la dolorosa storia di un’insipiente
ed i segreti che l’insonne memoria muta in decreti…

Sulamita

Erano perle, coltivate negli anni,
vere a vederle,
radioso schermo per secolari affanni,
venti d’inferno.

Coro

Misera allocca, non erano che illusioni e fiori in bocca,
lo giurano tutti, gli invidiosi e i buoni, i belli e i brutti…

Sulamita

Sirene-baccanti le prendono all’amo
con rozzi canti,
e dietro, tronfio, corre il figlio d’Adamo
con il suo inconscio.

Un cavallo di Troia cinto d’alloro,
prono alla foia,
ecco le azzanna con la dentiera d’oro:
squisita manna!

Or sono in terra rotolanti tra l’erme
fruste di guerra,
mentre il buon boia leva sul capro inerme
inni alla gioia.

Coro

Di Amore e Psiche le ignare proiezioni, in spregio a Diche,
dispensano doni e plenarie assoluzioni ai lor demòni…

Sulamita

Orde di proci e di bifronti immortali,
con flauti e voci,
fan gran ritorno, e tra abbracci triviali
tirano giorno.

Arpie rifatte cantan l’opera al nero,
autoritratte,
Parche minori già sforbicianti a zero
tessono amori.
Tutti a far festa finché esplodono i ventri
nella mia testa,
schizzando fango, sbraitando: tu che c’entri?
Mi siedo e piango.

Coro

Lacrime vane sulle altrui colpe, pare, del tutto umane.
Lamento frusto di chi non può vantare sonni del giusto.

Sulamita

Prego:<< Sii forte>>, ma sento attorno al collo
lezzo di morte.
<<E’ la ricciuta, o Asclepio! Da’ a lei il mio pollo
e la cicuta!>>

Sì, buon maestro, con pena io ti tradisco,
ma cieco è l’estro.
No, farisei, di voi proprio m’infischio,
io ho altri dèi.

Farò di tutto, la ladra e la puttana,
stretta dal lutto,
ma ad ogni costo reclamo la collana:
la via nel bosco.

Coro

Meschina donna, rinuncia alla tua impresa: porti la gonna!
Il tuo destino è d’ingoiare l’offesa, cuore canino!

Sulamita

O io in eterno resterò sfigurata
tutt’all’interno,
per negligenza grave vivrò malata
d’inesistenza.

Anima grigia, io cadrò all’infinito
nell’ombra stigia,
gridando:<< Addio, Orfeo, ignoto amico,
perduto Io…>>

Coro

Via, Sulamita, ma a che pro ti lambicchi? Questa è la vita.
Perla sfogliata, di cosa ancor ti picchi, che l’hai scampata?
Vedrai, pur vuota e spenta, girerai in tondo su questa ruota;
pur laida e imbelle, sventolerai al mondo la vecchia pelle…

 

Nota: Scritto prima dell’uscita del film di Woody Allen La dea dell’amore (Perle ai Porci – 1995)

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