Adélia Prado e la parola che cerca i nomi

Il potere della preghiera

 

In certe mattine disprego:
la vita umana è molto miserevole.
Una piccola sconnessione negli ossicini
mi fa dolore la spina dorsale.
Sento bisogno di gridare a Dio.
Lui sta nascosto, ma risponde secco:
“i jeans coringa non si restringono”.
E io comprendo nella sua estensione
il commovente sforzo dell’umanità
che prepara abiti nuovi per andare alla festa,
il piatto smaltato dove ama mangiare,
un piatto fondo verde immenso mare pieno di storie.
La vita umana è molto miserevole.
“I jeans coringa non si restringono?”
Il mio cuore neppure.
Quando in certe mattine disprego
è per dimenticanza,
solo per disattenzione.

 

“Il potere della preghiera” letta da Anna Toscano

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Adélia Prado scrive di sé, del quotidiano, degli uomini e di Dio con parole che non sono rintracciabili e rinchiudibili in definizioni e schemi. Ha scritto moltissimo in versi nel percorso della sua lunga vita amalgamando e tessendo un ordito, una trama, un percorso assolutamente personale. Il dialogo con Dio, a cui Adélia ricorre spessissimo nelle liriche, rispecchia il suo forte credo in una parola assolutamente interiorizzata e personale: infatti non solo pone delle domande a Dio ma anche ne riferisce risposte spiazzanti, intrise di una riflessione umana sia profonda sia frivola. Adélia mette in versi personaggi di altri grandi, “Preghiera per le quattro anime di Fernando Pessoa”, ha parole per la vita di tutti i giorni, per la morte, il tempo, il sesso, la vecchiaia, gli avvenimenti del suo Brasile. E nelle parole cerca i nomi, la cosa esatta in sé “Non mi importa la parola, quella comune. / Ciò che voglio è lo splendido caos da cui emerge la sintassi/ […] / La parola è travestimento di una cosa più grande, sordomuta, / è stata inventata per essere taciuta.” Accostare la poesia di Prado esclusivamente alla tematica religiosa, benché sempre presente, è estremamente riduttivo in quanto la sua poesia è Adélia Prado, una voce di donna che scrive: “Così scrivo: pomeriggio. Non la parola, / La cosa”. La cosa è l’essenza della vita, la profonda riflessione in versi sull’esistenza. La vita umana miserevole è quella che fa parlare un Dio nascosto, che allevia i dolori del mattino ricordando come alcuni jeans non si restringano, di come ci sia del buono nel “commovente sforzo dell’umanità”, nei suoi piatti, nei suoi vestiti, nelle sue feste. Quello sforzo che fa sì che il cuore non si restringa e si stia sempre all’erta verso un “mare pieno di storie”, che salva dal mattino dolorante e ci ricorda che l’individuo ha un suo umano perché.

 

Adélia Prado, Poesie, Fratelli Frilli Editori, Genova, 2005

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