AFTER LIFE

Tony è un uomo di mezz’età, con nessun pregio da vantare e pochi amici su cui contare. Ha da poco perso l’amatissima moglie su cui riversava tutto l’affetto di cui fosse capace e che riguarda e riascolta in modo ossessivo nei video da lei registrati prima che il male la portasse via. L’unico essere umano con cui è ancora in sintonia e di cui vagamente si occupa è il suo cane. Il resto del mondo: i colleghi del piccolo quotidiano cittadino per cui scrive, il padre malato d’Alzheimer, il postino, il cognato fratello della moglie morta sono oggetto del suo scherno e del suo umor nero.
Serie Tv britannica trasmessa su Netflix (6 episodi da 30 minuti l’uno), “After Life” è una dark commedy ironica e a tratti disperata, scritta, diretta e intepretata da Ricky Gervais, comico, produttore e attore inglese, enfant terrible del cinema, uno che insulta e manda a quel paese tutto e tutti in diretta Tv.
La parte del protagonista se l’è quindi ritagliata addosso, diciamo che recita se stesso se non fosse che qualcosa sembra cambiare, pian piano, nell’animo esacerbato di Tony. Forse l’incontro al cimitero con una matura e saggia vedova (la formidabile Penelope Wilton), forse la nuova giovane collega pakistana che sembra leggergli dentro, forse l’infermiera che bada a suo padre nella casa di cura? Chissà, sta di fatto che alla fine della prima serie (la seconda andrà in onda in aprile), ti ritrovi in sintonia con un uomo impossibile e respingente, e lo ami per quel che è, con tutti i suoi difetti e le sue fragilità, campione di umanità a dispetto di se stesso.
After Life – di e con Ricky Gervais – Inghilterra 2019 – In onda su Netflix

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