Al cuore di tutte le cose, le donne e le libertà civili

Alma Whitaker viene al mondo insieme al nuovo secolo, il 5 gennaio del 1800unica figlia di Henry, inglese di nascita e di Beatrix, donna solida e colta della buona borghesia olandese. Henry, rampollo di un umile giardiniere che cura i giardini di Kew Gardens a Londra, viene spedito, al seguito del capitan Cook in giro per il mondo, a scovare nuovi tipi di fiori e piante medicinali da importare in Inghilterra. La scoperta in Perù dell’albero della China, da cui viene estratto il chinino, potente antipiretico e antimalarico, fa la fortuna di Henry che ormai ricchissimo si trasferisce con la famiglia a Filadelfia. Alma è la copia di suo padre, una bambinona sgraziata, coi capelli rossi, il viso rubicondo e le labbra strette, ma dotata di straordinaria intelligenza e curiosità intellettuale. Educata con severità e saggezza dalla madre, Alma viene introdotta alle cene che si tengono nella sontuosa magione paterna, White Acre, e fin da bambina intesse argute discussioni con gli illustri ospiti: botanici, naturalisti, scienziati. La vita, tra gli studi e le passeggiate nell’immenso parco di White Acre, scorre piacevole ma l’arrivo di una bimba sua coetanea, Prudence, rimasta orfana e adottata dai suoi genitori, mette a dura prova le certezze di Alma. Prudence è bellissima, bionda e delicata e Alma avverte sin da subito che non potrà mai competere sul piano esteriore con la sorella.

Il tempo passa e le due ragazze affinano le loro inclinazioni: Alma diventa una stimata conoscitrice di botanica, Prudence paladina dei diritti dei neri. In un libro di oltre 600 pagine, la scrittrice statunitense Elisabeth Gilbert tratteggia un ritratto della società anglo-americana che va dalla metà del 1700 alla fine del 1800. La scrittura è accuratissima sia dal punto di vista storico che naturalistico. Pagine e pagine dedicate allo studio di alberi, muschi e fiori; alle teorie evoluzioniste di Darwin; ai viaggi avventurosi nei paesi dell’America latina e nelle isole delle Polinesia; ai movimenti razionalisti, antischiavisti e proto-femministi. Ma soprattutto la Gilbert ci restituisce, nel personaggio di Alma, la figura di un’anti-eroina, di una donna che sfugge ai cliché perbenisti dell’epoca e che sfida testardamente tabù e preconcetti. Solida come un tronco d’albero, razionale e pragmatica eppure romantica, capace di amore e empatia nei confronti di tutte le specie viventi, determinata a scoprire “Il cuore di tutte le cose”.

 

“Il cuore di tutte le cose” di Elisabeth Gilbert (640 pagine – Rizzoli 2014 – traduzione di Maria Baiocchi e Anna Tagliavini)

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