Algoritmo

Trascorse la propria vita a Baghgad, al-Khuwarizmi Muhammad ibn Musa, matematico, astronomo, astrologo e geografo persiano, vissuto tra 780 e 850 circa. Mai avrebbe immaginato che nel secondo millennio il suo nome, deformato da un traduttore, avrebbe dato origine ad un termine diventato virale: algoritmo.
Algoritmi per fare una ricerca sul web, per trovare l’anima gemella, per prenotare un hotel, per cercare lavoro, per promuovere la propaganda elettorale, per vendere, per acquistare, e si potrebbe continuare per chissà quanto.
Molte persone conoscono i meccanismi che sottendono le informazioni offerte dalla rete e sanno ben destreggiarsi, valutando, soppesando, verificando, coscienti che gli algoritmi sono fatti su misura per soddisfare solo apparentemente i loro interessi, in realtà per raggiungere altri fini.
Ma ci sono purtroppo utenti che possiedono scarse capacità di discernimento, impreparati a fronteggiare tecniche di persuasione sempre più sofisticate. I dati diffusi da una ricerca effettuata dalla Stanford University condotta su 7.804 studenti in 12 Stati, tra il gennaio 2015 e giugno 2016, sono allarmanti: le capacità critiche dei giovani nel saper vagliare le informazioni tratte dalla rete, sono decisamente insufficienti.
Un rapporto acritico con il web è un problema non solo per scelte consapevoli ma anche per la democrazia, soprattutto quando le informazioni sono inquinate da bufale costruite ad arte.
Umberto Eco osservava nel 2004 che “la cultura è anche capacità di filtrare le informazioni”; ma oggi, a differenza del passato, c’è chi le filtra per noi in modo personalizzato, perché i gusti, gli orientamenti politici, le inclinazioni sono noti a chi costantemente tiene sotto controllo la navigazione nel web.
Nelle ricerche, nelle bacheche su facebook troviamo sempre più informazioni che sostengono il nostro punto di vista, i nostri desideri. L’essere continuamente assecondati rafforza le nostre opinioni, rendendo problematico il confronto con chi pensa diversamente. Per chi non è abituato al rispetto dell’altro e al pensiero argomentativo, gli orizzonti anziché allargarsi si restringono.
La deriva dell’insulto, nei social, è a portata di mano, il punto di vista dell’interlocutore viene demolito con l’offesa e la maldicenza.

A – http://www.pensierocritico.eu/manipolazione-mediatica.html

B – http://www.informatica-libera.net/content/gli-algoritmi-di-internet-ci-stanno-danneggiando-con-la-personalizzazione-su-misura

C – https://ed.stanford.edu/news/stanford-researchers-find-students-have-trouble-judging-credibility-information-online

D – https://www.unipi.it/index.php/news/item/7334-la-cultura-e-anche-capacita-di-filtrare-le-informazioni

E – https://it.wikipedia.org/wiki/Algoritmo

(Per aprire i link fare click sulle maiuscole in rosso) 

 

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