Alice aveva una spiccata tendenza per i rapporti esclusivi e finiva inevitabilmente per cacciarsi in rapporti di sudditanza.
Dopo poco si ribellava, lasciandosi tormentare da eterni sensi di colpa
Appariva imprevedibile e ambivalente.
E gelosa, terribilmente gelosa.
Quell’anno, in autunno inoltrato, Diego si innamorò di lei. Non diede retta agli amici che gli dicevano di non fidarsi di quella donna egoista, solita lasciare gli uomini con superficialità e leggerezza…
Lui voleva un figlio da lei e glielo aveva chiesto. Dietro la disarmante dolcezza, Diego nascondeva il desiderio di dominare Alice. La voleva meno sfuggente e meno impaziente. La accusava di decidere da sola per sé e per tutti.
Non si accorse che stava per perderla. O forse, si disse in seguito, aveva fatto in modo che accadesse.
Fu in primavera, al debole odore dei lillà, che la lasciò andare. Decise di non rivederla mai più. Per lungo tempo, ebbe bisogno di solitudini feroci. Quell’amore, si diceva,era stato un lusso che non poteva permettersi.Non gli aveva lasciato le energie necessarie per fare altro.
E lui era ambizioso. Molto ambizioso. Coronò i suoi sogni. Poi un giorno, come accade, incontrò una donna e la sposò. Ebbe un figlio che considerò un incidente di percorso… Così raccontava ad Alice, allo scadere di un tempo interminabile, seduti in un bar della piazza più bella della città.
Dai vetri veniva giù la pioggia su Roma, piano. “Abbiamo perso tutto a poco a poco… Non c’è stato nulla di realizzabile. Non ha alcun senso chiedersi perché.” Diceva lui. La bellezza restava sullo sfondo, pensò Alice. “E questo è quanto.” Rispose lei.
Incomprensione Rassegnazione Viltà
ottimo testo